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29/11/2021

L’export italiano ha il cuore verso la Cina

Stamane, ora locale di Pechino, la General Administration of Customs, la divisione Dogane del Ministero del Commercio cinese, ha diffuso le statistiche relative al commercio estero cinese ad ottobre 2021.

Le importazioni cinesi dall’Italia hanno raggiunto ad ottobre 2,306 miliardi di dollari (1,903 miliardi nel 2020). In totale nei primi 10 mesi di quest’anno l’import cinese dal nostro Paese è pari a 25,1 miliardi di dollari (17,4 miliardi di dollari nel 2020, mentre nel 2019, pre-pandemia era pari a 17,67 miliardi di dollari).

L’interscambio raggiunge nei primi 10 mesi 60 miliardi di dollari, dunque si superano i 50 miliardi di euro come obiettivo prefissato tra le parti negli anni scorsi.

L’Istat registra ancora, nel corso dei primi 10 mesi, un passivo con la Cina di 18,56 miliardi di euro. Dal Gacc risulta invece 10 miliardi di dollari, molto meno.

È sempre quello il problema: ci sono triangolazioni commerciali tali per cui l’export italiano verso la Cina passa per altri paesi (ad esempio, quest’anno si registra un boom di export verso Olanda e Belgio, che non trova riscontro nelle destinazioni reali delle merci italiane).

Dalle simulazioni fatte invece dalla Sace (la Società di assicurazione all’export, riprese da Il sole 24 ore), quest’anno l’export totale italiano passa da 480 miliardi del 2019, pre pandemia, a 500 miliardi. 20 miliardi di differenza.

Come potete notare dalle cifre, e come ho sostenuto nel dibattito di venerdì scorso organizzato da Potere al Popolo e Cambiare Rotta Salerno, 8 miliardi sono da accreditare all’export verso la Cina.

Complessivamente il peso della Cina rispetto al totale arriverebbe a 7,5 -8% annuale, mentre l’Istat registra un peso del 2,9%.

Il tutto senza considerare la spesa turistica (nella pre-pandemia venivano in Italia 3 milioni di cinesi, il contributo più alto agli scambi tra i due paesi), altrimenti il peso della Cina nell’economia italiana sarebbe ancora più significativo.

La Cina onora il Memorandum, sta ai patti, e, come sostenuto un anno e mezzo fa, consiglia agli operatori cinesi di importare merci italiane.

Non sappiamo ancora a quanto ammonti la percentuale italiana nell’import totale cinese, sicuramente sta aumentando a svantaggio di quote di mercato di altri paesi europei.

E pensare che c’era chi sosteneva che il peso della Cina nell’export italiano era pari a quello della Bulgaria..

I fatti hanno la testa dura.

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