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12/03/2022

Paesi amici e paesi nemici ai tempi della guerra ibrida

Si, si, lo abbiamo capito, che Putin è un autocrate, che la Russia è una “democratura”e che reprime dissenso, oppositori e giornalisti. Vero, verissimo. Ma non state dicendo altro che questo, dalla mattina alla sera, come se questo fosse il vostro vero problema.

Ma, allora, di Erdogan e la Turchia? Ne vogliamo parlare? Che poi, a me, sembrano anche peggio, visto che, da decenni, fanno carne da macello del popolo curdo nell’indifferenza della così detta, “comunità internazionale”.

E di Israele, che da più di settant’anni sta attuando un lento genocidio del popolo palestinese e che, periodicamente, sottopone la popolazione di Gaza a serrati ed indiscriminati bombardamenti sui civili inermi arrivando ad usare anche le bombe la fosforo, cosa diciamo?

Come mai questo strabismo nei confronti di turchi ed israeliani come di tanti altri autocrati, sultani e dittatori con cui, mi risulta, siete ancora in ottimi rapporti, soprattutto, di affari?

Ah, i turchi sono nella #NATO. E gli Israeliani? Sono un “paese amico”, come lo è, del resto, anche l’Arabia Saudita che bombarda la popolazione civile dello Yemen da sette lunghi anni sostenuto da un bel gruppone di paesi occidentali, soliti Stati Uniti in testa.

Insomma, loro sono “cosa nostra” e gli “amici si rispettano”, vero? Scusate, non avevo capito un c****.

Eh si, perché, per voi, funziona proprio così: non importa che siano dittatori, autocrati, fascisti o, addirittura, neonazisti: l’importante è che siano nel club.

Chi è fuori è un nemico e allora gli fate la guerra, di questi tempi, soprattutto, ibrida.

Oppure, se vi riesce, cercate, in tutti i modi, di accopparli come avete fatto qualche migliaia di volte con Fidel (con Chavez e Gheddafi ci siete anche riusciti) o di diffamarli ed incarcerarli come avete fatto con Lula in Brasile, vittima di una enorme montatura durata tanti anni da farlo fuori politicamente ed appena crollata.

E se poi non vi funzionano le operazioni coperte, le guerre ibride (le varie rivoluzioni arabe manovrate dalle centrali d’intelligence occidentale e le “rivoluzioni colorate” nei paesi post-sovietici), le “guerre a bassa intensità”, i contras, i contractors ed i golpe, si può sempre fare una bella invasione a suon di migliaia bombe sulle città, per giorni e giorni, come avete fatto, ad esempio, a Panama, a Belgrado, a Baghdad, in Afghanistan ed in Yemen: case, scuole, civili, ospedali, bambini, infermi. In quei casi nessuno verrà risparmiato.

Ma per la stampa embedeed tutte le vittime delle vostre guerre, d’incanto divengono soltanto “danni collaterali”.

Mica come quei fessi dei russi che, girano per giorni e giorni in tondo intorno le città per cercare di evitare il più possibile di coinvolgere i civili.

Si sa, i russi hanno letto Dostoevskij, mica idolatrato John Wayne.

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