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23/03/2022

Guerra in Ucraina - Si combatte nel centro di Mariupol. Nato e Usa vogliono trascinare la Bielorussia nel conflitto. Domani a Bruxelles i vertici di Nato e Consiglio Ue. Si dettaglia l’esercito europeo

Il fronte militare

Le forze armate russe stanno continuando l’avanzata nel Donbass e sono penetrate per altri quattro chilometri nel territorio ucraino, raggiungendo il villaggio di Novomykhailivka. Lo riferisce il portavoce della Difesa russo, Igor Konashenkov, secondo il quale i militari russi stanno inseguendo le unità in ritirata della 54° brigata meccanizzata separata delle forze armate ucraine. Le forze della Repubblica indipendente di Donetsk, hanno invece preso controllo della località di Verknetoretske e stanno affrontando unità della 25° brigata aviotrasportata ucraina.

Decine di migliaia di civili sono già fuggiti dalla città portuale di Mariupol assediata. Zelensky ha detto che più di 7.000 persone sono fuggite solo nelle ultime 24 ore, ma un gruppo che viaggiava lungo una rotta umanitaria concordata a ovest della città è stato fermato dai soldati russi per controllare se tra i civili ci siano miliziani del tristemente noto battaglione Azov.

Secondo la CNN i militari russi e delle Repubbliche del Donbass hanno fermato i bus, assieme agli autisti e al personale d’emergenza, e li hanno portati in una località al momento sconosciuta. La vice primo ministro ucraina, Iryna Vereschchuk, ha detto che i pullman sono stati bloccati a un checkpoint fuori Mangush, a una quindicina di chilometri a ovest di Mariupol. Le forze armate russe e delle milizie di Donetsk hanno sfondato la prima linea di resistenza in città e si sono avvicinate al centro cittadino portando avanti una faticosa operazione “casa per casa” in teatro urbano, uno degli scenari più complicati in un contesto di conflitto.

Secondo il consueto bollettino dei servizi di intelligence britannici “le forze russe stanno cercando di avvolgere le forze ucraine nell’Est del Paese mentre avanzano nella direzione di Kharkiv nel Nord e di Mariupol nel Sud” e, a Sud Ovest, “stanno ancora cercando di aggirare Mykolaiv mentre cercano di dirigersi a Ovest verso Odessa”.

Il ministero della Difesa di Kiev afferma di aver colpito 17 bersagli aerei russi tra cui 6 aerei, 5 droni, un elicottero e 5 missili da crociera. Secondo invece il ministero della Difesa di Mosca l’aviazione russa ha distrutto 83 obiettivi militari nelle ultime 24 ore di guerra in Ucraina, tra cui un deposito di armi. Per il portavoce del ministero, dall’inizio dell’invasione le forze armate russe hanno distrutto 236 droni, 185 sistemi antimissile, 1.547 carri armati, 154 lanciarazzi multipli, 612 pezzi d’artiglieria e mortai e 1.343 veicoli militari specializzati.

L’Ucraina ha mostrato una disponibilità “che non si vedeva da tempo” a uno scambio di prigionieri con la Russia ha dichiarato il commissario russo per i diritti umani, Tayana Moskalkova, in un’audizione alla Duma.

La Bielorussia cerca di tenersi fuori dal conflitto ma Kiev e la Nato la vogliono tirare dentro

Secondo un alto funzionario d’intelligence della Nato, il governo di Minsk starebbe “preparando il terreno per giustificare un’offensiva bielorussa in Ucraina” mentre una fonte del Pentagono dichiara che “tutte gli indizi portano a concludere che i bielorussi si stiano preparando a entrare in Ucraina o che abbiano preso accordi in tal senso”.

Immediata la risposta di Minsk secondo cui “la Bielorussia non si farà trascinare nella guerra in Ucraina, nonostante i tentativi di coinvolgerla” ha dichiarato al canale televisivo Tsv il segretario del Consiglio di Sicurezza bielorusso, Alexander Volfovich. Due giorni fa il reggimento di paracadutisti che era stato schierato da Minsk al confine con l’Ucraina è stato ritirato e ha fatto ritorno al suo quartier generale di Brest.

Ma fonti dello stato maggiore di Kiev riferiscono nel loro bollettino che in Bielorussia gruppi ostili al governo hanno rimosso in parte la connessione ferroviaria tra le due repubbliche ex sovietiche per impedire al governo di Minsk di inviare aiuti e materiali bellici alle truppe russe impegnate nell’invasione dell’Ucraina.

Domani il vertice della Nato e del Consiglio europeo

Domani a Bruxelles sono previsti i vertici della Ue e della Nato. Nella bozza del comunicato finale i 27 capi di Stato e di Governo confermano di essere pronti ad “adottare in maniera rapida ulteriori misure” e si impegnano per “garantire maggiore indipendenza energetica anche con l’acquisto comune di gas”.

Il Consiglio europeo di domani è chiamato ad approvare la Bussola Strategica (Strategic Compass, ndr) in seguito alla sua adozione decisa lunedì scorso al Consiglio dei Ministri degli Affari Esteri e della Difesa. La Bussola è il documento strategico europeo che accelera il processo di costituzione dell’esercito e del complesso militare-industriale europeo. “La Bussola è stata adattata alla luce della guerra in Ucraina, che rappresenta la più grave crisi in ambito di difesa nella storia dell’Unione Europea”, ha chiarito Draghi. “Prevede l’istituzione di una forza di schieramento rapido europea fino a 5 mila soldati e 200 esperti in missioni di politica di difesa e sicurezza comune”, ricorda ancora il premier. “A queste iniziative si aggiungono investimenti nell’intelligence e nella cybersicurezza; lo sviluppo di una strategia spaziale europea per la sicurezza e la difesa; e il rafforzamento del ruolo europeo quale attore della sicurezza marittima”.

I Balcani di nuovo nel mirino dell’Unione Europea

Ma Draghi e la Ue hanno già in testa dove sperimentare le crescenti ambizioni militariste europee. “Dobbiamo seguire con attenzione quanto accade nei Balcani occidentali, per prevenire possibili azioni destabilizzatrici di Mosca. Nel Consiglio discuteremo della prolungata crisi politica in Bosnia-Erzegovina” annuncia Draghi nelle comunicazioni in Aula in vista del Consiglio Ue.

“Siamo impegnati per disinnescare le provocazioni secessioniste della Republika Srpska e per far rientrare la crisi politica e istituzionale che paralizza il Paese dallo scorso luglio. È fondamentale che la Bosnia-Erzegovina riprenda la strada delle riforme per avvicinarsi all’Unione europea. Il nostro obiettivo è assicurare l’organizzazione delle elezioni politiche in autunno, per evitare ulteriore incertezza nel Paese”, ha sottolineato Draghi. Un pessimo auspicio.

Intanto dalla Germania arriva una precisazione: “La Nato non entrerà in guerra. Questo è un imperativo della ragione” ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz nel suo discorso al dibattito generale del Bundestag.

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