06/04/2022
Su Bucha accuse durissime ma Mosca non ci sta. Necessaria una indagine indipendente
Il presidente Usa Biden ha chiesto un processo per crimini di guerra contro Vladimir Putin. “Quello che sta accadendo a Bucha è un crimine di guerra“, ha detto il presidente americano Joe Biden aggiungendo che “bisogna ricostruire tutti i dettagli di quello che è accaduto e tenere un processo per crimini di guerra contro la Russia”.
Di conseguenza, secondo Biden “Dobbiamo continuare a fornire all’Ucraina le armi di cui ha bisogno“.
Da Bruxelles parla il portavoce della Ue, Peter Stano, secondo cui “queste aree di cui parliamo sono state sotto l’occupazione, sotto il controllo dell’aggressore, delle truppe russe, o sono state bombardate dall’aggressore. Quindi, naturalmente, non c’è nessun altro che avrebbe potuto commettere queste atrocità“, ha detto quando è stato interpellato sul fatto che vengano attribuite alla Russia prima ancora dell’esito di un’indagine.
“Ovviamente ci deve essere un’indagine“, ha aggiunto, già annunciata dalla Corte penale internazionale e l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani.
Un alto funzionario del Pentagono, parlando in condizioni di anonimato e citato dall’agenzia Reuters ha affermato che “gli Stati Uniti non sono in grado di confermare in modo indipendente le accuse da parte dell’Ucraina circa le presunte atrocità commesse dalle forze russe contro i civili nella città di Bucha, sobborgo a nord-ovest di Kiev, ma non ha nemmeno motivo di contestarne i resoconti”.
Ma Mosca non ci sta e replica duramente affermando che “Se gli americani vogliono investigare i crimini di guerra, che comincino con i bombardamenti sulla Jugoslavia e l’occupazione dell’Iraq“, ha replicato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando la proposta del presidente Usa Joe Biden di creare un tribunale per crimini di guerra dei russi in Ucraina.
“Non appena finiscono, possono passare ai bombardamenti nucleari sul Giappone“, ha aggiunto ironicamente Zakharova, citata dall’agenzia russa Interfax.
Inoltre il ministro degli esteri Lavrov ha fatto sapere che la Russia, dopo aver chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio del Sicurezza dell’Onu proprio su quanto avvenuto a Bucha, presenterà “materiale” su quanto avvenuto nella cittadina ucraina.
Mosca insiste per tenere una riunione specifica del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sui morti di Bucha, ma la Gran Bretagna – presidente di turno – si rifiuta di organizzare la riunione, afferma l’agenzia russa Tass riportando quanto affermato da Dmitry Polyansky, primo vice-rappresentante permanente alle Nazioni Unite.
Polyansky ha aggiunto che i britannici stanno cercando di usare scuse procedurali per respingere l’iniziativa russa perché un’altra riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è prevista per oggi, ma su una questione più ampia.
“Ovviamente non vogliono che tiriamo fuori la questione separatamente perché causerebbe un danno di reputazione ai paesi occidentali che hanno già accusato la Russia di aver ucciso dei civili a Bucha. Ma non funzionerà, e il mondo saprà la verità“.
Il problema ora è una indagine effettivamente indipendente, ma l’Unione Europea ha già istituito assieme all’Ucraina un team investigativo per raccogliere prove su crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Dunque esclude che ci possa essere altra versione che non sia quella di Kiev.
“L’Ue è pronta ad aumentare i suoi sforzi inviando delle squadre investigative sul terreno a sostegno della Procura ucraina. Eurojust e Europol sono pronti all’aiuto“, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ieri ha avuto un nuovo colloquio telefonico con Volodymyr Zelensky.
È evidente che dell’eventuale team investigativo dovrebbero far parte esperti e personale forense di paesi neutrali e non solo di paesi coinvolti nel conflitto, e la Ue non lo è sicuramente.
L’istituzione preposta dalle Nazioni Unite per indagini sui crimini di guerra è la Corte Penale Internazionale, ma proprio su questo strumento pesa la delegittimazione da parte delle grandi potenze.
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