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23/05/2024

Opinionisti un tanto al chilo

Scrive Paolo Mieli in un editoriale del Corriere della Sera:
“Fossimo nei panni di Benjamin Netanyahu, ci dichiareremmo disponibili a subire il processo minacciato dalla Corte dell’Aia. Compreso l’arresto. Suggeriremmo poi al ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant di fare la stessa cosa.

Lo faremmo oggi stesso anche se quella del procuratore capo Karim Ahmad Khan è al momento solo una richiesta di incriminazione. E se Israele non ha mai riconosciuto la giurisdizione della Corte dell’Aia sul proprio Stato. Rinunceremmo a sottolineare l’anomalia della scelta di prendere una decisione di tale natura accomunandoci a tre leader di Hamas (Yahya Sinwar, Ismail Haniyeh e Mohammed Deif detto «il fantasma»).

Decisione sconvolgente sotto tre profili. In primo luogo, perché al momento non esiste uno Stato palestinese su cui Khan possa esercitare giurisdizione.”
Fare l’opinion maker deve essere diventato un mestiere dove l’ultima della qualità richieste è la mitica “competenza”. Ma Mieli si atteggia ad essere anche uno “storico”, e la faciloneria dovrebbe esser bandita anche in quella specializzazione, specie quando si occupa di istituzioni internazionali ancora attive.

Un prestigioso giornalista nonché storico, in sintesi, dovrebbe informarsi prima di scrivere (e anche prima di parlare). La Corte Penale Internazionale, infatti, ha giurisdizione sulle singole persone, non sugli Stati. E procede per quello che fanno, senza guardare al passaporto di cui dispongono.

Tant’è vero che lo scorso anno ha emesso un mandato di cattura anche per Putin, tra le lodi sperticate di tutto l’Occidente (Usa e Mieli compresi).

La sua azione è ovviamente opinabile, e infatti in questo caso non è piaciuta neanche ad Hamas, ma questo non tocca la sua funzione e “competenza”: indaga su singoli individui.

La giurisdizione sugli Stati è invece della Corte Internazionale di Giustizia, nota anche come Tribunale Internazionale dell’Aja, che ha però solo “poteri arbitrali” – non penali – nel dirimere contenziosi.

Ed è un organo delle Nazioni Unite, al contrario della Corte Penale, sempre duramente osteggiata dagli Stati Uniti. Che ormai, insieme ad Israele, vivono l’Onu e tutte le istituzioni “fra pari” come una fastidiosa limitazione al proprio suprematismo senza freni.

Proprio come Paolo Mieli, pare...

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