Le aggressioni consumate verso alcuni presidi studenteschi che protestavano contro il genocidio in atto a Gaza ed in sostegno alla Resistenza Palestinese di cui si sono resi protagonisti i “giovani di Lotta Comunista” sono un episodio grave che non deve più ripetersi.
Le due “spedizioni punitive” alla Statale di Milano e alla Sapienza di Roma sono episodi che si collocano – quanto meno oggettivamente – nel lungo elenco di diffamazioni e violenze con cui è costellata la generale campagna sionista contro gli studenti nelle università mobilitate in mezzo mondo, il popolo palestinese e l’insieme delle masse mediorientali.
Questi “leninisti” (che deformano Lenin e il suo pensiero politico) non solo hanno rivendicato pubblicamente il loro “eroico comportamento” contro i giovani studenti ma hanno ribadito che considerano alla stessa stregua i criminali aggressori sionisti e l’insieme dei loro padrini occidentali e la pluridecennale ed eroica lotta di liberazione che conducono le masse arabe e palestinesi.
A sostegno di simile aberrazione teorica – questi “leninisti” imbevuti da un vero e proprio “economicismo proto/imperialista” e molto eurocentrico – appiattiscono ogni dinamica di sviluppo ineguale del capitalismo concependo la lotta proletaria, sia nei paesi imperialisti che nei paesi soggiogati dall’imperialismo, come una battaglia che non deve tenere conto, in alcun modo, dell’oppressione nazionale e neo/coloniale. Contraddicono in questo modo l’analisi di Lenin sull’imperialismo e sulla necessità di alleanza con i popoli colonizzati oltre che con la storia del movimento comunista mondiale.
Da simili derive teoriche derivano pratiche settarie e – conseguentemente – di aperta ostilità, come quelle viste alle università di Milano e Roma, verso i movimenti di lotta e di solidarietà internazionalista definiti – di volta in volta – campisti, putiniani, nazionalisti, piccolo/borghesi ed altre banalizzazioni di questa tipo.
Si comprenderà, quindi, che assumendo tali allucinazioni teoriche non è difficile arrivare a sostenere “alcuni caratteri progressisti del sionismo” e propugnare l’esaltazione di una non meglio identificata “funzione di avanguardia del proletariato israeliano” individuato come “punta avanzata delle classi sociali nel Medio Oriente”.
Del resto dietro l’evanescente involucro del “partito/scienza” si evidenzia – particolarmente nei momenti topici dello scontro di classe quando occorre schierarsi con chiarezza e senza astratti politicismi – un totale nullismo politico che sul versante dell’analisi internazionale mostra la propria indifferenza verso il complesso delle aggressioni imperialiste, mentre sul piano interno sfoggia una “pratica leninista” tutta dentro l’apparato burocratico e collaborazionista della Cgil e di volontaria estraneità politica e fisica da qualsiasi vicenda di mobilitazione e di conflitto politico e sociale.
Non è nostra intenzione né discutere e né, tantomeno, dialettizzarci con queste fumisterie ma siamo costretti ad occuparci di simili bestialità per i possibili effetti – di ulteriore criminalizzazione e di repressione contro il movimento di lotta e di solidarietà con la Palestina – che le aggressioni contro gli studenti compiute da questi leninisti di Sua Maestà possono innestare nel incombente clima autoritario che sta montando nelle Università e nel paese.
Non è un caso che alcune testate giornalistiche abbiano amplificato, oltremodo, questi episodi per sollecitare una soglia di blindatura più stringente sul versante dell’agibilità culturale e politica nelle Scuole e nelle Università.
È – quindi – evidente che occorre affermare un deciso Stop a queste pratiche, isolare tali mestatori e preservare il carattere di indipendenza politica e di sana conflittualità che gli studenti, le comunità palestinesi, le nuove generazioni di immigrati e l’insieme del movimento di lotta con la Palestina hanno saputo imprimere – in Italia ed in tutto l’occidente capitalistico – alle proteste di questi mesi.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento