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28/05/2024

I volenterosi guerrafondai d’Europa. “Guerra alla Russia, con o senza tutta la Nato”

C’è ormai un gruppo di paesi della Nato che è pronto ad aumentare il sostegno militare all’Ucraina e ad agire direttamente sul terreno nella guerra contro la Russia.

A sottolineare questo salto di qualità nel conflitto è il giornale tedesco Bild Zeitung, che iscrive a questo gruppo di “volenterosi guerrafondai” Gran Bretagna, Polonia, Lituania, Estonia e Francia.

All’interno della Nato, riferisce ancora Bild, si profila una divisione per quanto riguarda anche la fornitura di armi e munizioni: Gran Bretagna, Canada ed Estonia – probabilmente anche con altri paesi – sono pronti a consegnare armi e munizioni non solo fino ai confini dell’Ucraina, ma anche dentro la linea del fronte, esponendoli così agli attacchi russi. Sul tavolo ci sarebbe anche un impegno maggiore per la protezione dello spazio aereo dell’Ucraina occidentale da parte dei sistemi antiaerei della Nato.

Stoltenberg oggi parteciperà alla riunione dei capi dei ministeri della Difesa dei paesi dell’UE a Bruxelles. I ministri discuteranno la possibilità di revocare le restrizioni sugli attacchi di Kiev con armi occidentali in territorio russo. Nel vertice europeo dei ministri degli Esteri di ieri non era stato possibile giungere a nessun accordo, sia per l’opposizione dell’Ungheria che per le frenate di Italia e Germania.

“C’è la questione della revoca delle restrizioni sull’uso di armi su obiettivi all’interno del territorio russo, che il segretario generale della NATO Stoltenberg presenterà oggi. Alcuni paesi prendono decisioni di questo tipo. Discuteremo di questa importante questione”, ha detto il rappresentante europeo della sicurezza Borrell.

Il segretario generale della Nato nei giorni scorsi aveva ribadito l’appello ai paesi membri dell’alleanza, ‘invitati’ a valutare se autorizzare Kiev a utilizzare le armi occidentali per colpire obiettivi militari in Russia.

I paesi favorevoli ad ulteriori azioni – che vanno ben oltre la fornitura di armi, munizioni e mezzi a Kiev – stanno discutendo in particolare l’invio di istruttori militari sul territorio dell’Ucraina.

La più esposta in tal senso è la Francia. I primi istruttori militari francesi arriveranno “presto” in Ucraina, ha annunciato su Telegram il generale Oleksandr Syrsky, comandante delle forze armate di Kiev, dopo un incontro in video-conferenza a cui hanno partecipato anche il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, ed il ministro francese delle Forze Armate, Sebastien Lecorne.

“Difenderemo l’Ucraina quanto a lungo sarà necessario e con l’intensità che sarà necessaria, la pace non può essere la capitolazione di Kiev”, ha affermato Macron, senza fare riferimento all’annuncio ucraino.

“Accolgo con favore l’iniziativa della Francia di inviare istruttori in Ucraina per addestrare il personale militare ucraino” – ha affermato Syrski – “Ho già firmato i documenti che consentiranno presto ai primi istruttori francesi di visitare i nostri centri di formazione e di familiarizzare con le loro infrastrutture ed il personale”. “Credo che la determinazione della Francia incoraggerà altri partner ad aderire a questo ambizioso progetto”.

Ma di fronte al putiferio suscitato da queste dichiarazioni che davano l’invio di militari francesi in Ucraina come assodato, il comandante delle forze armate ucraine ha successivamente rettificato un po’ il tiro chiarendo che: “A partire dal febbraio 2024, l’Ucraina ha espresso interesse alla prospettiva di ricevere istruttori stranieri. Al momento siamo ancora in trattative con la Francia e altri paesi su questo tema”, ha precisato il Syrski, spiegando che si tratta di un “chiarimento in merito alle numerose richieste dei mass media circa l’accoglienza di istruttori provenienti dai Paesi partner”, dopo le sue parole.

La Polonia, ha fatto sapere di aver acquistato dagli Stati Uniti di missili da crociera con una gittata di mille chilometri per un valore di 677 milioni di euro. Il ministro della Difesa di Varsavia ha evidenziato che “la guerra in Ucraina ha dimostrato l’importanza di poter lanciare missili contro obiettivi anche molto lontani dalla linea del fronte, e la gittata dei missili acquistati è di circa mille chilometri”.

Parlando a Sofia, il segretario della Nato Stoltenberg è tornato a ribadire che l’Ucraina ha il diritto di colpire la Russia con i missili forniti dai Paesi Nato, lamentando che Kiev attualmente “ha le mani legate a causa delle restrizioni all’uso delle armi” fornite dall’Occidente.

Al momento paesi Nato come Italia e Germania hanno frenato su questa ipotesi. Berlino continua a dire di no. Il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit ha dichiarato che “Dal nostro punto di vista questo sarebbe un coinvolgimento diretto in questo conflitto e questo è qualcosa a cui non puntiamo”, ma ha comunque osservato che la legge internazionale stabilisce che un Paese sotto attacco può anche difendersi oltre i propri confini.

C’è poi da segnalare la mossa della Spagna che donerà all’Ucraina un pacchetto di aiuti militari del valore di oltre 1,1 miliardi di euro, una cifra senza precedenti per il governo di Madrid. La decisione è stata comunicata nel giorno della visita in Spagna del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha incontrato il primo ministro Pedro Sanchez e re Felipe VI.

La fornitura di equipaggiamenti militari prevede missili Patriot e carri armati Leopard, oltre a proiettili di artiglieria, sistemi anti-droni e lanciarazzi portatili. L’accordo comporta contratti milionari per l’industria militare spagnola in quanto gli equipaggiamenti saranno prodotti da aziende come Expal, Trc, Indra, Escribano, Uro, Instalaza.

Il Cremlino dal canto suo ha accusato la Nato di essere ormai caduta in “uno stato di estasi militare”. “La NATO sta aumentando il grado di escalation. La NATO si sta spingendo troppo in là nella retorica militare. Sta cadendo in una sorta di estasi militare. Questa è la realtà che dovremo affrontare da qui in avanti”, ha detto il portavoce presidenziale Peskov.

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