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15/05/2024

Slovacchia - Attentato contro il Primo Ministro inviso alla Nato e alla Ue. Tentativo di regime change?

Un uomo di 71 anni, con un passato in una compagnia di sicurezza e una copertura da “scrittore”, ha sparato diversi colpi d’arma da fuoco contro il primo ministro slovacco Robert Fico, colpendolo al petto e all’addome. Lo scorso autunno Fico aveva vinto le elezioni politiche tornando a essere premier di un paese di cui è stato tre volte primo ministro tra il 2006 e il 2018.

Fico era tornato in carica il 30 settembre 2023, dopo che il suo partito progressista e filorusso Smer aveva vinto le elezioni con il 23 per cento delle preferenze.

Durante la scorsa campagna elettorale, Fico si è dichiarato apertamente anti-europeista, contrario all’ingresso dell’Ucraina nella Nato e contrario anche le sanzioni dell’Ue contro la Russia.

Ma a consolidare le posizioni internazionali di Fico e della Slovacchia – decisamente indigeste per la Nato e l’Unione Europea – nelle settimane scorse era arrivato anche il risultato delle elezioni presidenziali.

Sabato 6 aprile, Peter Pellegrini, candidato socialista e fondatore del partito Hlas (Voce-Socialdemocrazia) ha vinto il ballottaggio contro il rivale di fede liberale ed europeista Ivan Korcock, ex ministro degli Esteri, con quasi sette punti di vantaggio.

Nel primo turno, il 23 marzo, aveva prevalso Korcock con il 42,51% contro il 37,02% di Pellegrini, ma quest’ultimo è riuscito a convincere la maggioranza dell’elettorato slovacco a votarlo con posizioni “sovraniste” e soprattutto anti-guerra in Ucraina proponendo di intavolare dei negoziati con la Russia, vedendosi ovviamente affibbiare l’etichetta di “filoputiniano”.

L’elezione di Pellegrini alla presidenza della Repubblica è stata indubbiamente una sponda importante per il governo del premier Robert Fico colpito dall’attentato di oggi.

A seguito delle elezioni dello scorso settembre, Fico è riuscito nell’impresa di mettere in piedi una maggioranza composta dal suo partito Smer, da Voce-Socialdemocrazia di Pellegrini, e dal Partito Nazionale Slovacco, di destra, che condivide le stesse posizioni di Fico in tema di rapporti con l’Unione Europea e sulla guerra in Ucraina.

L’elezione di Pellegrini, è significativa dal momento che la presidenza della Repubblica non rappresenterà più un ostacolo per l’attuazione delle politiche di Fico come era in precedenza, quando la presidenza della Repubblica era in mano all’europeista Susanna Zaputova.

Il tentativo di eliminare fisicamente Fico è indubbiamente un attentato che potrebbe cambiare il corso politico della Slovacchia. Un corso che non piace né alla Nato né all’Unione Europea, tantomeno a Kyev.

È scontato dire che “tutte le ipotesi sono sul tavolo“, ma sul piano razionale siamo tutti obbligati a pensare che le tattiche del “regime change”, anche all’interno dell’Unione Europea, stanno virando dalla “pacifica” costrizione dei gruppi politici “non obbedienti” tramite il lawfare (“mani pulite”, in italiano), oppure tramite l’andamento dello spread, verso la più sanguigna e sanguinosa “majdan” in stile ucraino.

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