Lo hanno aspettato fuori casa in 5-6 e, una volta superato il cancello, hanno bloccato l’uscita e lo hanno massacrato di botte.
L’accusa arriva direttamente da un video su X pubblicato da Chef Rubio, che accusa i sionisti del duro pestaggio, come si vede nelle immagini del video che trovate in fondo a queste righe.
La squadraccia sionista fa probabilmente parte di quel gruppo di picchiatori radunati, il 25 aprile, sotto gli striscioni della Brigata ebraica, agli ordini di un tale che si esibiva, tra l’altro, in un’aggressione all’inviata di Rete4.
Quel giorno quel gruppo evidentemente organizzato militarmente – tutti in divisa, tutti chiaramente “iper-allenati” – non riuscendo a praticare l’aggressione per cui si erano evidentemente preparati, si esibirono in un vasto campionario di classiche minacce fascistoidi, fino ad augurare stupri alle donne presenti in piazza in sostegno della Palestina, oltre che gettando petardi e oggetti contundenti agli antifascisti presenti.
La scelta di Rubio come primo soggetto della vendetta sionista, uscita politicamente malissimo dalla figuraccia del 25 aprile, non è casuale, data l’alta visibilità del personaggio che non si è mai sottratto dal sostegno alla causa palestinese. Rubio che peraltro aveva già pagato in prima persona, in termini lavorativi, la sua presa di parola.
Poche settimane fa, dalle più alte cariche dello Stato d’Israele era stata lanciata l’idea di gruppi paramilitari di “autodifesa” (leggasi, repressione si ogni sentimento antisionista) in ogni Stato occidentale, di fatto rendendo pubblica una prassi che già da anni attraversa le città di mezza Europa.
A noi non resta che esprimere tutta la nostra solidarietà a Chef Rubio, vittima di un vile attacco sionista che ricorda in pieno le modalità tipiche del buio ventennio fascista.
Il 25 aprile, da Milano a Roma, ha sottolineato come oggi antisionismo significhi antifascismo.
Per chi avesse ancora dei dubbi, gli accadimenti di questa sera crediamo debbano sciogliere ogni perplessità residuale. Stabilita la realtà di questa aggressione, ci resta una domanda da fare: al ministro dell’interno.
Quando parla di “manifestazioni violente” intende per caso indicare questa organizzazione paramilitare agli ordini di uno stato straniero che ha come unico programma quello di attaccare una precisa parte della popolazione italiana?
Le dichiarazioni di Ben Gvir e altri ministri sionisti erano già inequivocabili. Ora siamo ai fatti. Ed è chiaro che la scelta di fare un agguato ad una persona nota, anche mediaticamente, per il suo lavoro e le sue posizioni è stata fatta con cinica freddezza. A questa ne seguiranno probabilmente altre.
Per le modalità e l’appartenenza ad una “organizzazione internazionale”, questa aggressione ha tutte le caratteristiche di un “terrorismo emergente”. Di chiara matrice sionista e di ultradestra. Contro cittadini italiani.
Lei ha intenzione di tollerare queste squadracce (e il governo straniero), signor ministro? Ha un modo molto semplice di dimostrare il contrario: arrestandoli.
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