Colui che ha sparato a Robert Fico, capo del governo slovacco e contrario alla guerra, è uno scrittore liberale, sostenitore del partito europeista di opposizione. Per il quotidiano la Repubblica è una persona “di sinistra”, evidentemente secondo gli stessi canoni con i quali il giornale della famiglia Agnelli definisce se stesso.
Nei telegiornali abbiamo assistito alla cronaca dell’attentato e poi alle condanne dei governi, subito sovrastate da lunghe descrizioni delle colpe del governante slovacco, di cui ovviamente la principale è quella di opporsi alla guerra NATO e UE contro la Russia.
Insomma han fatto capire che Fico un po’ se lo è meritato, cosa che i “patrioti” ucraini sui social stanno proclamando senza ritegno.
L’attentatore viene descritto come un sostenitore dell’Europa e come un nemico della Russia e questo è sufficiente per stendere attorno a lui una patina di giustificazione democratica.
Del resto pochi giorni fa Michel, ex socialista ora liberale belga presidente del Consiglio Europeo, ha affermato che è giusto collaborare con i fascisti europei (lui pudicamente li chiama estrema destra), se sono contro la Russia. Quindi anche i metodi dei fascisti, se a fin di bene, diventano democratici.
Sui social gli squadristi di tastiera con la bandiera giallo azzurra, da tempo aggrediscono chi non vuole la terza guerra mondiale. Dal 7 ottobre molto di loro hanno aggiunto anche la bandiera israeliana a quella ucraina. E sono diventati ancora più violenti e cattivi. Sono entrati in simbiosi mentale con i coloni israeliani.
Ed ecco che alla fine qualcuno spara.
Il sostegno all’Ucraina e a Israele stanno diventando la via maestra per la fascistizzazione dell’Europa. E ora abbiamo anche il terrorismo europeista.
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