La Repubblica Bolivariana del Venezuela ha respinto sdegnosamente il veto del Brasile che al momento impedisce il suo ingresso nel gruppo BRICS, e ha sottolineato che l’azione costituisce un’aggressione contro il Paese e “un gesto ostile, che si aggiunge alla politica criminale delle sanzioni che sono state imposte su un popolo coraggioso e rivoluzionario”. “Di fatto – spiega a Faro di Roma l’economista Luciano Vasapollo – l’Occidente è riuscito a condizionare i BRICS attraverso il veto del Brasile all’ingresso del Venezuela. E il presidente Lula confermando il no di Bolsonaro al governo di Caracas è riuscito a depotenziare la grande novità politica del Multipolarismo rappresentata dai BRICS”.
A conclusione del XVI Vertice BRICS, è stata però approvata l’adesione della Bolivia e di Cuba come Stati associati, passo fondamentale per l’integrazione del blocco con un altro bastione del mondo multipolare, l’ALBA. L’inclusione di due nuovi paesi dell’America Latina, membri dell’ALBA-TCP, mira infatti a unire e sviluppare ulteriormente il Sud del mondo come polo contrapposto all’unilateralismo, l’imperialismo e l’influenza degli Stati Uniti nel mondo. Proprio con questo spirito si sono aggiunti come Stati associati anche Algeria, Bielorussia, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Nigeria, Tailandia, Turchia, Uganda, Uzbekistan e Vietnam.
“Il passo in avanti complessivo dei BRICS fa risaltare purtroppo l’esclusione del Venezuela come un grave vulnus che vanifica in parte il grande cammino compiuto da questa formazione che nei suoi intenti deve frontaggiare l’espansionismo dell’Occidente imperialista”, rileva Vasapollo.
Mentre, attraverso un comunicato, il governo venezuelano commenta il fatto che la rappresentanza del Ministero degli Esteri brasiliano, guidata dall’ambasciatore Eduardo Paes Saboia, “ha deciso di mantenere il veto che Bolsonaro ha applicato per anni al Venezuela, riproducendo l’odio, l’esclusione e l’intolleranza promossi dalla potenza occidentale centri per impedire, per ora, l’ingresso della patria di Bolívar in questa organizzazione”.
Sebbene durante il vertice il Venezuela abbia ricevuto il sostegno di diversi paesi partecipanti per formalizzare la sua entrata nel blocco, il paese bolivariano ritiene che il veto costituisca un’aggressione nei confronti del Venezuela e sia considerato un riflesso delle attuali tensioni geopolitiche, dove le potenze occidentali cercano di limitare l’influenza del Venezuela.
Il documento evidenzia inoltre l’indignazione del popolo venezuelano per questa “aggressione inspiegabile e immorale” e riafferma l’impegno del Venezuela per l’autodeterminazione e l’uguaglianza sovrana degli Stati.
Da parte sua il governo venezuelano ha ringraziato il presidente della Russia, Vladimir Putin, per l’invito rivolto al suo presidente, Nicolás Maduro, a partecipare al vertice BRICS+, che ha definito storico per la creazione di un nuovo mondo di pace, giustizia e sviluppo.
Ma la nota del ministero degli Esteri venezuelano, sottolinea come la decisione di Brasilia di “mantenere il veto” dell’ex presidente Jair Bolsonaro, “riproduce l’odio, l’esclusione e l’intolleranza promossi dai centri di potere occidentali” verso Caracas. “Il popolo venezuelano prova indignazione e vergogna per questa aggressione inspiegabile e immorale”. A Kazan, Maduro ha sostenuto che il suo Paese è “parte della famiglia BRICS”, trovando la comprensione di Putin contrario al niet brasiliano: “Il Venezuela sta lottando per la sua sopravvivenza”, ha detto il leader russo.
Pur non avendo ottenuto l’inclusione nei BRICS, il presidente venezuelano Nicolas Maduro – che da Kazan ha raggiunto l’Algeria dove si trova in visita di stato – si è mostrato ottimista riguardo al futuro, affermando che “è nato un nuovo mondo” e che il Venezuela continua a far parte di un mondo libero senza egemonie.
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