di Francesco Dall'Aglio
Stanotte la tanto attesa reazione israeliana si è finalmente concretizzata ed è stata decisamente de-escalatoria. Un centinaio di aerei hanno attaccato in tre diverse ondate installazioni antiaeree, basi militari e fabbriche di materiale bellico (droni e missili, a quanto pare), ma nessuna installazione energetica, nessun sito legato alla ricerca nucleare, nessuna attività estrattiva o commerciale e nessun esponente della leadership iraniana, bersagli che nei primi giorni dopo l'attacco iraniano erano tutti indicati come probabili. Una buona sintesi di quanto successo e un primo bilancio dell'attacco ce li fornisce Al Jazeera.
È ancora presto per valutare i danni. Israele ovviamente considera l'attacco un pieno successo e altrettanto ovviamente l'Iran sostiene di avere abbattuto quasi tutto ciò che gli è stato lanciato contro; ammette però la perdita di una batteria antiaerea e la morte di due soldati, e da poco sono state diffuse le immagini di un edificio della "città industriale" di Shams Abad, a 45 chilometri da Teheran, danneggiata durante l'attacco di stanotte (allego un frame dai filmati. Come al solito in questi casi, la quasi totalità delle immagini e dei filmati diffusi stanotte si riferiscono ad altri eventi e ad altri conflitti).
Per il resto è la solita fiera del "si dice". Si dice che Israele abbia avvertito per tempo l'Iran dell'attacco e dei bersagli che intendeva colpire, si dice che gli USA abbiano esercitato un bel po' di "moral suasion" sul loro alleato per convincerlo a una risposta limitata, si dice che la Russia abbia fornito intelligence all'Iran nelle ore precedenti all'attacco, e così via.
Quello che è certo è che si è trattato di un attacco misurato, che consente all'Iran di de-escalare a sua volta o rinunciando ad azioni di rappresaglia o compiendone di ancora più limitate e simboliche. E di questo non possiamo che essere contenti, anche se certamente il conflitto è ben lungi dall'essere disinnescato e la situazione a Gaza e nel Libano resta la stessa di prima.
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