I Verdi di oggi, in quanto forze politiche assolutamente in linea con gli interessi strategici della UE che vuole usare la transizione energetica per fare un salto competitivo nei confronti di Cina e USA, ne sono spesso anche i difensori delle peggiori politiche coloniali e militariste.
Tra di essi, quelli che siedono nel governo di Berlino sono tra i peggiori guerrafondai. Non è un caso che Annalena Baerbock, una dei due presidenti dei “Grünen“, ricopra l’incarico di ministra degli Esteri della Germania, e che esprima alcune delle posizioni più reazionarie dell’intero continente.
In occasione dell’anniversario del 7 ottobre, durante il dibattito avvenuto al Parlamento tedesco, la Baerbock ha tenuto un discorso in cui ha condannato l’attacco di Hamas. Ma è andata bene oltre, legittimando i massacri indiscriminati fatti da Tel Avivi con il tante volte evocato diritto a Israele di difendersi.
La ministra ha espresso un collegamento presente solo nella sua testa per cui “il diritto internazionale umanitario e il diritto di Israele di esistere sono inestricabilmente legati“. Per lei, “autodifesa significa, ovviamente, non solo attaccare i terroristi, ma anche distruggerli“.
Facendosi forza di questa logica, la conclusione a cui la Baerbock giunge è quella che ha “chiarito alle Nazioni Unite, che i siti civili potrebbero perdere il loro status di protezione se i terroristi ne abusano“. Tradotto: ospedali, scuole e qualsiasi altro edificio in cui le forze armate israeliane dicono esserci un terrorista possono essere liberamente bombardati.
In pratica, i civili possono essere uccisi se i combattenti palestinesi sono accanto a loro, una concezione che rende donne e bambini bersagli legittimi nel contesto dell’occupazione sionista, che riguarda proprio gli insediamenti palestinesi. E questo è uno degli elementi con cui ovviamente è stato subito attaccato e smontato il discorso della ministra tedesca.
Craig Mokhiber, avvocato e precedentemente ufficiale delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha evidenziato come non esista alcun diritto internazionale che tuteli la difesa di Israele nei territori occupati, e dunque in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. E inoltre, non c’è alcun diritto alla difesa che giustifichi in alcun modo la perdita alla protezione dei civili.
Mokhiber critica anche l’operato dei giornalisti occidentali, che semplicemente riportano le parole dei vertici israeliani che parlano dell’uso da parte dei combattenti palestinesi di scudi umani. Narrazioni che spesso sono semplicemente false, fabbricate a partire dall’alta densità abitativa della Striscia, fattore che non cancella la tutela dei civili.
“Allo stesso tempo, sappiamo e indagini internazionali così come organizzazioni internazionali sui diritti umani hanno documentato più e più volte che Israele usa in maniera sistematica scudi umani“. La logica della Baerbock, fondata sulle rivendicazioni senza legittimità dei sionisti, sono completamente ribaltate in punta di diritto internazionale.
Alle dichiarazioni fatte al Bundestag ha risposto anche Francesca Albanese, relatrice speciale per l’Onu sui territori palestinesi occupati. La giurista italiana ha scritto su X che è preoccupata per le posizioni espresse e che “la ministra Baerbock dovrebbe essere invitata a fornire le prove di quanto afferma“.
“La Germania ha deciso di stare dalla parte di uno Stato che sta commettendo crimini internazionali“, ha aggiunto, “è una scelta politica, ma ha anche implicazioni legali. Che la giustizia prevalga laddove la politica ha fallito in maniera ripugnante“. La politica occidentale di connivenza col genocidio dei palestinesi, specifichiamo noi.
Ancora una volta, viene messa a nudo il fatto che “l’ordine internazionale basato su regole” non ha nulla a che vedere con le norme riconosciute e scritte nero su bianco, ma è la formula che assume arbitrariamente l’interesse di volta in volta espresso dalle centrali imperialistiche di Washington e Bruxelles.
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