Nonostante la pioggia e le condizioni meteorologiche non proprio favorevoli, oltre 4.000 persone si sono ritrovate sabato 26 ottobre a Lannemezan per la manifestazione annuale per la liberazione di Georges Ibrahim Abdallah. In questo piccolo villaggio ai piedi dei Pirenei francesi, i manifestanti, giunti dai quattro angoli della Francia e da altri Paesi, hanno manifestato in corteo fino al centro penitenziario dove Georges Abdallah é detenuto.
Arrestato il 24 ottobre 1984 a Lione, Georges Abdallah, comunista libanese e combattente per la resistenza palestinese, é entrato nel 40esimo anno di detenzione, nonostante sia liberabile dal 1999. Non hanno prodotto alcun effetto le sentenze del tribunale di Pau e di Parigi, rispettivamente nel 2003 e nel 2013, che ne autorizzano la scarcerazione, così come le decine di domande di liberazione condizionale presentate dalla sua difesa nel corso di questi anni.
Questo perché la sua scarcerazione è stata sottomessa ad un ordine di espulsione verso il Libano – suo paese natale e pronto ad accoglierlo – la cui convalida spetta al Ministro degli Interni francesi. É una decisione tutta politica quella di mantenere Georges Abdallah (73 anni) “sepolto vivo” tra le mura del carcere di Lannemezan.
In realtà, la sua “colpa” é di non aver mai rinnegato né rinunciato ai suoi ideali di lotta, al suo fermo sostegno alla resistenza del popolo palestinese, alla sua solidarietà nei confronti dei popoli che si battono per la propria autodeterminazione contro la violenza capitalista, il saccheggio neocolonialista, la barbarie dell’imperialismo e delle sue guerre.
“Come sempre, queste autorità reazionarie criminali credono che con il tempo tutto si esaurisca, si esaurisca e forse scompaia. Eppure si sbagliano e si sono sempre sbagliati in questo senso (...) La resistenza è ancora intatta, alimentata da un inesauribile slancio di solidarietà popolare”.
La manifestazione di sabato 26 ottobre ha visto la partecipazione di migliaia di persone, soprattutto di giovani e giovanissimi. La “battitura” sulle griglie esterne ha rotto il silenzio isolante del carcere di Lannemezan, accompagnata dal coro: “Georges Abdallah, i tuoi compagni sono qua!”.
Di fronte ai cancelli, si sono susseguiti gli interventi, a cominciare da quello della Campagne unitaire pour la libération de Georges Abdallah, seguito da un ricordo collettivo per Suzanne Le Manceau, fondatrice del collettivo diventato poi promotore della campagna e scomparsa fisicamente qualche mese fa dopo una lunga malattia.
Mentre va avanti il genocidio del popolo palestinese da parte dell’esercito israeliano a Gaza e Cisgiordania e mentre proseguono i bombardamenti e i massacri in Libano, la liberazione di Georges Abdallah non può che inscriversi nel quadro generale delle mobilitazioni contro le complicità dei governi occidentali, che continuano a fornire armamenti, e delle multinazionali, che fanno profitti grazie agli accordi commerciali e finanziari con Israele.
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