Si è svolta martedi a Palazzo Chigi, la riunione di insediamento del “Comitato Strategico del nuovo Progetto MedOr” del Governo Meloni, che vede la trasformazione della Fondazione legata alla big dell’industria militari Leonardo, in una “Fondazione per l’Italia”.
La Fondazione MedOr ha rafforzato la propria funzione attraverso il coinvolgimento diretto delle più importanti aziende partecipate dallo Stato italiano (Cdp, Enel, Eni, Fs, Fincantieri, Poste Italiane, Snam, e Terna) al fine di svolgere un ruolo sempre più attivo a sostegno di quello che alcuni indicano come il soft power dell’Italia, mentre tutti i fattori indicano una tabella di marcia verso la definizione in parallelo anche dell’hard power italiano.
Il Comitato strategico si è insediato con una riunione presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e alla quale hanno preso parte i vertici delle Società, il Presidente della Fondazione Marco Minniti, i rappresentanti dei Ministeri.
Sul sito di Palazzo Chigi si legge che questo sarà “Uno spazio in cui poter effettuare, in modo strutturato e sicuro, uno scambio di informazioni, valutazioni ed esperienze tramite alcuni dei principali protagonisti della dimensione geo-economica della Nazione, che costituisce il prerequisito essenziale per elaborare una visione strategica che sia davvero condivisa”.
Il Comitato Strategico intende svolgere un ruolo anche a supporto del Piano Mattei. La stessa Fondazione MedOr era già stata inserita nella Cabina di Regia del Piano proprio per contribuire con le sue analisi al processo decisionale dell’approccio dell’Italia verso il continente africano.
La Fondazione intende agire a tutto campo per “integrare le capacità dell’industria con il mondo accademico e innescare sinergie pubblico-private per promuovere e sostenere – d’intesa con il ministero degli Esteri – la realizzazione di partenariati geo-economici e socio-culturali con gli Stati del Mediterraneo allargato, dell’Africa Sub-sahariana, del Medio ed Estremo Oriente, del Sud America; promuovere iniziative e progetti in settori ad elevata capacità di interconnessione geografica e operativa, con particolare riferimento alla logistica, anche integrata, ai servizi di trasporto, ad ogni altra attività di valorizzazione di reti fisiche, tecnologiche e digitali; essere punto di raccordo e sintesi per lo sviluppo di programmi strutturali nei settori dell’istruzione e della formazione, della sicurezza, dell’energia e delle infrastrutture, della salute e dell’agricoltura; favorire e rilanciare il dialogo costruttivo tra nazioni, culture e sistemi economici con l’obiettivo di permettere all’Italia di esprimere il meglio delle proprie competenze”.
Insomma, era stato già annunciato da eventi recenti (uno con Mantovano, uno con Crosetto) che a Palazzo Chigi stanno avanzando verso un modello completamente improntato alle esigenze della politica estera e del complesso militare-industriale. Questa nuova Fondazione si presenta come quello che sarà uno dei pilastri fondamentali di questo processo.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento