Ennesima strage sul lavoro e disastro ambientale, alla raffineria ENI di Calenzano. La Prefettura al momento conferma due morti, otto feriti e quattro dispersi. I fumi potrebbero essere tossici, invitata la popolazione a chiudere porte e finestre. Il danno ambientale e alla salute dei cittadini è evidente, il fumo tossico avrà sicuramente ripercussioni per gli abitanti della piana anche nei prossimi giorni.
Si tratta dell'ennesima ferita inflitta al nostro territorio. Un disastro terribile e, ancora una volta, non è possibile dire che si sia trattato di una fatalità. I rischi di esplosione del deposito infatti si conoscevano bene e da anni. Non si deve parlare di incidente, è l’ennesimo atto di guerra contro lavoratrici, lavoratori, cittadine e cittadini. È l’ennesima strage perpetrata in nome del profitto, in una guerra combattuta con le armi della deregolamentazione, dell’impunità, del ricatto tra vita, salute e lavoro.
Basta con il finto cordoglio! Governo, imprese e associazioni di rappresentanza devono assumersi le proprie responsabilità: imprenditori che pensano solo al profitto agendo al massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte ben precise, non sono una fatalità.
Per questo nei mesi scorsi abbiamo chiesto l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. Per questo, il prossimo 13 dicembre, abbiamo proclamato lo sciopero generale e generalizzato, contro la manovra del governo Meloni, il governo della guerra e dei tagli allo stato sociale.
Alla guerra si risponde con la resistenza. È ora di preparare la controffensiva.
Queste stragi devono essere impedite! Oggi più che mai è urgente costruire una mobilitazione sociale ampia in difesa della nostra vita, del nostro lavoro, dei nostri bisogni!
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento