Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

06/12/2024

Alleanza per lo spazio tra Leonardo, Airbus e Thales

È ancora tutto da definire, e quindi non ci sono dati e dettagli già disponibili, ma quello che è certo è che Leonardo, Airbus e Thales vogliono formare un’alleanza per il settore spaziale. Obiettivo: competere con Starlink di Elon Musk, un sistema satellitare civile, ma che ha mostrato evidenti funzionalità militari.

Lo ha confermato a Reuters l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, affermando che i tavoli tecnici sono già operativi. In testa il modello è quello del consorzio MBDA, grande produttore di missili europeo – o meglio euroatlantico, visto che oggi la proprietà si divide tra Leonardo, Airbus e la britannica BAE Systems.

Bisogna ricordare che le tre compagnie appena citate sono al tredicesimo, dodicesimo e sesto posto per vendita di armi nel 2013, secondo le recenti analisi del SIPRI. E intanto Leonardo e Thales hanno già sviluppato un’esperienza congiunta nel settore spaziale con la joint venture Telespazio.

Il nome per questo nuovo progetto, ad ora, è “Progetto Bromo”, come un vulcano indonesiano. “Credo ci siano importanti aspetti di accelerazione della produzione, come ha detto il ministro della Difesa”, ha continuato Cingolani, “perché in un momento così importante è fondamentale accelerare la produzione”.

Non è però solo questione di numeri, ma di ordini di grandezza e organizzazione della produzione. Poco dopo la joint venture con Rheinmetall sui carri armati, Cingolani spiegava al Corriere della Sera che la sfida è “con i colossi nati dall’idea e dai mezzi di uomini-Stato come Elon Musk”, appunto.

Sempre Cingolani aggiungeva: “nello spazio, così come nella difesa, piccolo non è bello e neanche una taglia media come la nostra è sufficiente: le aziende europee devono allearsi, sacrificando la loro sovranità sul ridotto mercato domestico per poter competere insieme sull’immenso mercato globale”.

Insomma, creare un campione europeo, con una potenza di fuoco addirittura maggiore di quella di uno stato, per sfidare Starlink di Musk, che ha introdotto con esso una produzione verticalmente integrata (dai razzi di lancio dei satelliti alla gestione dei servizi di connettività). Questo vuole essere il Progetto Bromo.

Parallelo ad esso, la UE ha già lanciato il progetto Iris2, ovvero una costellazione di 290 satelliti posizionati su varie orbite per fornire servizi governativi e commerciali entro il 2030. Sarà il consorzio SpaceRISE ad occuparsene, ma tra i sub-appaltatori compaiono, giusto per citarne alcuni, Thales Alenia Space, Airbus Defence and Space e Telespazio.

Ma è evidente che l’ambizione del Progetto Bromo è su tutt'altro livello: non si tratta solo di fornire alcuni servizi, ma di surclassare il campione statunitense. Non sarà facile, innanzitutto perché significa inserirsi in un mercato a cui gli attori europei non sono abituati.

Infatti, nel Vecchio Continente si è largamente affermato un modello fondato su grandi satelliti geostazionari a 36 mila chilometri di altezza, mentre Starlink ha sperimentato e mostrato la funzionalità di modelli a costellazione satellitare più distribuita e apparecchi a soli 550 chilometri di altitudine, con un ritardo del segnale ridotto fino al 90%.

C’è poi il nodo del quadro regolatorio europeo, ovvero dell’Antitrust. Ma questo è forse quello di minor complessità, dato che è da tempo che a Bruxelles si rincorrono le dichiarazioni che invitano a rivedere la normativa, per stare al passo della competizione globale.

Nodo che impensierisce di più è la difficoltà che vivono sia Thales Alenia Space sia il comparto Difesa e Spazio di Airbus, per ragioni cicliche ma anche strutturali. Il Progetto Bromo potrebbe però essere visto come un’occasione per riorganizzarne le prospettive insieme alla divisione Spazio creata da Leonardo proprio lo scorso marzo.

L’Asd Eurospace, che sotto il suo ombrello tiene il 70% dei lavoratori del settore, in questo 2024 sottolineava la necessità di “agire in modo deciso per dotare l’Europa degli strumenti necessari per ascendere come una vera ‘potenza spaziale’, commisurata alla sua statura globale prevista”.

Dichiarazioni incontrovertibili di mire imperialistiche, in cui una nuova corsa allo spazio gioca un ruolo sempre più determinante.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento