Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

03/06/2025

Accuse all’Iran per il nucleare, ma secondo Trump l’accordo si avvicina

Secondo un rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), anticipato sabato dai media, l’Iran avrebbe aumentato la produzione di uranio arricchito al 60%, raggiungendo un quantitativo sufficiente a creare 9 ordigni nucleari nel caso in cui l’arricchimento prosegua fino al 90%. Per l’AIEA la Repubblica islamica possiede quasi 10 tonnellate di uranio a vari livelli di arricchimento.

L’accusa proveniente dall’agenzia delle Nazioni Unite sarebbe quella di non star rispettando gli obblighi del Trattato di non proliferazione nucleare, considerati invece un punto fermo da Teheran. Ricordiamo che negli ultimi mesi si sono svolti cinque incontri diplomatici tra i rappresentanti iraniani e quelli statunitensi per raggiungere un accordo sulla filiera dell’atomo in Iran.

Secondo un altro rapporto dell’agenzia internazionale, vi sarebbero tre siti in cui gli scienziati della Repubblica islamica avrebbero portato avanti sperimentazioni con materiale radioattivo non dichiarato. Un’eventualità che detta così suscita ovviamente molta preoccupazione, come è avvenuto ad esempio tra i vertici israeliani (unico paese al mondo ad aver costruito un arsenale nucleare in spregio al trattato di non proliferazione), risaputamente favorevoli ad un’operazione militare contro l’Iran.

L’ufficio di Benjamin Netanyahu, ha rilasciato una dichiarazione (cosa insolita, essendo sabato il giorno del riposo ebraico), denunciando che “l’Iran è totalmente determinato a completare il suo programma di armi nucleari”. Nella nota si invita la comunità internazionale ad agire, perché secondo Tel Aviv il rapporto dell’AIEA conferma che “lo scopo del programma nucleare iraniano non è pacifico”.

La questione è più delicata, e il professor Paolo Cotta Ramusino, scienziato italiano coinvolto spesso nel confronto tra USA e Iran, spiega perché. A suo avviso, rispetto alle trattative cambia poco, ha detto all’Huffington Post. Anzi, per lo studioso non solo “l’Iran ha il diritto di prepararsi al nucleare civile. Il fatto che siano apparsi luoghi dedicati all’arricchimento, non dichiarati prima, significa che la collaborazione con l’AIEA sta progredendo”.

Cotta Ramusino ha anche aggiunto una verità che non si sente spesso sui nostri media: il fatto che “Israele ha pubblicamente dichiarato di voler bombardare i centri di arricchimento, spinge l’Iran a non dichiarare la loro dislocazione”. Insomma, i sionisti stanno esplicitamente boicottando qualsiasi trattativa per una soluzione che non precipiti tutto il Medio Oriente in guerra.

La risposta di Teheran non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha ricordato che più volte i paesi occidentali hanno violato precedenti accordi, affermando inoltre che i documenti su cui si è basata l’AIEA per i propri report sono stati creati ad arte da Tel Aviv per screditare l’Iran e condurre Washington a fare marcia indietro sulle trattative.

In realtà, anche l’amministrazione statunitense sembra poco propensa in questo momento a incendiare la regione, opponendosi al governo israeliano che vorrebbe un intervento militare. Trump ha reso noto che in una telefonata con Netanyahu lo ha avvertito di astenersi da ogni iniziativa unilaterale, anche se è evidente che Washington fatica a gestire sempre più il terrorismo sionista.

Non sono solo gli Stati Uniti a non volersi impelagare in un conflitto armato con Teheran. Probabilmente, a spingere Trump verso più miti consigli, sono state anche le opinioni degli alleati regionali, che avrebbero espresso la necessità di prudenza al tycoon durante la sua recente visita nella zona, secondo quando riporta il portale di informazione Axios.

Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti sono in una fase in cui la priorità è quella di evitare di diventare bersagli di guerra, essendovi sui propri territori dei distaccamenti statunitensi, e anche quella di favorire lo sviluppo economico. Non è di certo quella di permettere a Tel Aviv di completare la propria visione di ridefinizione totale dei rapporti di forza in tutto il Medio Oriente.

Dall’Egitto, Araghchi ha ribadito che è impensabile qualsiasi tentativo di impedire il nucleare civile, mentre Washington dovrebbe dare garanzie concrete sulla rimozione delle sanzioni da tempo imposte a Teheran. Anche se l’accordo presentato dall’amministrazione USA è stato indicato come irricevibile dall’Iran, Trump è apparso ottimista sul raggiungimento di un’intesa in tempi brevi.

Va sottolineato che, forse per la prima volta, la Casa Bianca ha fatto un passo di avvicinamento alla Repubblica islamica sul tema: sembra che sia stato ordinato di fermare l’implementazione di nuove sanzioni a Teheran, secondo il Wall Street Journal. Nel giro di poco tempo ci saranno sicuramente ulteriori evoluzioni su questo dossier.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento