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10/07/2013

Fukushima: radioattività record, ex direttore muore di cancro

Il direttore della centrale atomica di Fukushima ai tempi dell’incidente causato dal sisma-tsunami del 2011 è morto di tumore. La multinazionale, in difficoltà, nega eventuali legami con la radioattività. Che negli ultimi giorni si è di nuovo impennata.


E' morto per un cancro all'esofago l'ex direttore della centrale nucleare di Fukushima che rimase a lungo nell'impianto a dirigere le operazioni di contenimento dei danni dopo il disastro del marzo 2011. Masao Yoshida, 58 anni, insieme a una cinquantina di tecnici sfidò i terribili livelli di radiazioni per eseguire gli interventi che evitarono che il terremoto e il devastante tsunami successivo provocassero un disastro nucleare di proporzioni ancora più catastrofiche rispetto a quelle comunque già gravissime. E' stata la Tepco, il colosso energetico privato che gestisce la centrale di Fukushima, a dare notizia della scomparsa di Yoshida, che aveva lasciato la guida dell'impianto dopo essersi improvvisamente ammalato, nel novembre del 2011. Dopo un primo intervento chirurgico per rimuovere il tumore, Yoshida era stato nuovamente operato nel luglio 2012 per un'emorragia cerebrale. In taluni casi, dopo l’incidente, disobbedì apertamente a ordini impartiti dalla Tepco che potevano portare a un peggioramento della situazione nella centrale. Poco prima di lasciare l’impianto, nel novembre del 2011, Yoshida rilasciò una rara intervista nella quale ammise che "nella settimana seguita all'incidente" aveva "creduto più di una volta che saremmo tutti morti". E aggiunse di aver pensato che "era arrivata la fine quando si sono prodotte delle esplosioni d'idrogeno negli edifici dei reattori 1 e 3 e quando era impossibile iniettare acqua nel 2". Yoshida, nonostante tutto, non ha mai perso la sua fede nel nucleare. In un video proiettato nell'agosto 2012 in una conferenza a Fukushima, l'ex direttore espresse la speranza che "non solo in Giappone, ma anche nel mondo intero, gli insegnamenti tratti da questo incidente servano a migliorare la sicurezza delle installazioni nucleari".

In evidente difficoltà, la multinazionale ha definito improbabile il fatto che il tumore di cui soffriva l’uomo fosse stato causato dalle radiazioni assorbite dopo l’esplosione di alcuni reattori a Fukushima perché normalmente, ha spiegato, ci vogliono tra i cinque e i 10 anni perché emergano patologie simili. Resta il fatto che la sua morte solleva molti dubbi sulla gravità effettiva dell’incidente, e su eventuali precedenti perdite di radioattività. Così come la leucemia diagnosticata al presentatore tv Otzuka Norizaku che pochi giorni dopo il disastro con la sua assistente consumò in diretta verdure provenienti proprio dalla prefettura di Fukushima per dimostrare che non vi era alcun pericolo per la salute.

Intanto proprio nelle scorse ore è stata registrata una fortissima crescita dei livelli di radioattività nell'acqua del pozzo di osservazione vicino all'impianto nucleare giapponese. Secondo quanto ha reso noto la Tepco, il livello di cesio 134 è salito ieri a 9mila bequerel per litro rispetto ai 99 di venerdì, mentre quello del cesio 137 e' cresciuto a 18mila bequerel rispetto ai 210 di venerdì. Il pozzo di osservazione in questione è stato scavato in dicembre vicino al reattore numero 2 del complesso, ad una distanza di soli 27 metri dall'Oceano. La Tepco non ha confermato il versamento di acqua radioattiva in mare, ma è assai probabile che ciò sia avvenuto visto che la stessa multinazionale sabato aveva reso noto che le analisi segnalavano un aumento dei livelli di trizio radioattivo nelle acque davanti alla centrale, con una concentrazione di circa 2.300 becquerel per litro, la più alta dall'incidente del 2011.

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