Volevo scrivere un articolo di commenti sagaci, commentando paragrafo per paragrafo il nuovo intervento di Giovanni Sartori contro la Kyenge.
Non ce l’ho fatta, è troppo deprimente, e non fa altri che ripetere in maniera banale le stesse sciocchezze che avevo già commentato il
mese scorso. Stavolta nel mirino del politologo è anche la FIOM,
colpevole di non fare la cogestione come i metalmeccanici tedeschi
dell’IGMetall. Poi un giorno qualcuno dovrà spiegare ai corsivisti del
CorSera che:
1) La FIOM effettivamente provò, dopo la sconfitta dell’occupazione della FIAT a seguire la strada delle cogestione.
Si chiamava Progetto Saturno. Rimase un progetto perchè i padroni non
ne vollero sentir nulla. Dal fallimento del progetto nacque la svolta di
Claudio Sabattini segretario generale, che ha portato alla FIOM così
come la conosciamo oggi.
2) Il padronato tedesco la cogestione sta cercando in tutti i modi di
lasciarla indietro. La cogestione è un istituto che viene accettato dai
padroni in tempi di piena occupazione, crescita economica e forza del
sindacato.
A parte questo, Sartori lancia un terribile j’accuse contro
Kyenge: sei una raccomandata di quella terzomondista di Livia Turco e
per questo vuoi dare la cittadinanza a chiunque nasca in Italia. Ora,
non conosco a fondo le correnti del PD, può anche essere che Kyenge sia
effettivamente una figlioccia politica della Turco, ma non è questo il
punto.
I punti sono che:
a) La proposta di legge sullo ius soli infatti è molto moderata, e
prevede che ci siano criteri temporali di residenza dei genitori o
requisti scolastici o professionali dei figli che acquisirebbero la
cittadinanza. In questa maniera Sartori non fa altro che usare lo stesso
allarmismo usato dai razzisti della Lega Nord. Ma le puerpere che
attraversano il mare solo per partorire, dotare di cittadinanza il
nascituro e poi tornarsene via, esistono solo negli incubi dei Sartori e
dei Calderoli. E qui sta il nodo: mica è solo Calderoli a essere
razzista. La classe dirigente italiana è razzista, senza gli insulti
sguaiati dei fenomeni da baraccone leghisti, ma con puntigliosità,
precisione e la meschinità di quelli che dicono “il problema della
Kyenge non è che è nera”.
b) Livia Turco non è una crocerossina che soccorre ogni negretto che
sbarchi a Lampedusa. La Turco, insieme a un signore che oggi fa il
Presidente della Repubblica, ha firmato la legge che istituisce quelli
che ora si chiamano Centri di Identificazione ed Espulsione. Ovvero le
prigioni per i clandestini da rimbalzare al loro paese. O al mare, o al
deserto. Che a noi importa solo delle mogli dei miliardari kazaki.
Ma nel meraviglioso mondo di Sartori e dei suoi amici (che,
incidentalmente, sono quelli che fabbricano le idee che passano nelle
testoline della classe dirigente italiana) mettere gli immigrati in
prigione e poi rispedirli alla guerra civile, alla disoccupazione o
comunque dar loro un calcio in culo è terzomondismo.
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