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23/07/2013

L'Egitto riscrive la Costituzione e apre a Damasco

A pochi giorni dalle manifestazioni di venerdì e dagli scontri tra sostenitori e oppositori dell'ex regime dei Fratelli Musulmani - violenze che hanno provocato la morte di tre donne - è la Penisola del Sinai a tornare sotto i riflettori.

Ieri gruppi di uomini armati hanno compiuto tre diversi attacchi contro le forze di sicurezza egiziane dispiegate in Sinai per arginare gli attentati di organizzazioni islamiste entrate nel Paese a sostegno del deposto presidente Morsi. Secondo quanto riportato da fonti mediche, sarebbero sei le vittime e 11 i feriti. A morire negli attacchi di Rafah e El-Arish sono stati - oltre a due civili - quattro tra soldati e poliziotti, da tempo target dei gruppi di miliziani provenienti non solo dall'Egitto, ma anche da altri Paesi mediorientali, tra cui la Striscia di Gaza.

Con gli attacchi di ieri è salito a 18 il bilancio dei funzionari della sicurezza egiziani uccisi in Sinai dalla caduta di Morsi, due settimane fa. Per evitare una simile destabilizzazione, l'esercito aveva lanciato un'operazione di pulizia di vasta scala con il dispiegamento di artiglieria pesante e aviazione.

Intanto al Cairo il governo ad interim comincia a muovere i primi passi: un gruppo di esperti nominati dal premier Beblawi ha iniziato la revisione della carta costituzionale, redatta e approvata dal precedente governo islamista e ben presto diventata uno dei principali target delle opposizioni a Morsi. La precedente Costituzione era stata approvata per una manciata di voti con un referendum popolare nel 2012, ma era stata presto attaccata perché non in grado di tutelare libertà d'espressione, diritti umani e uguaglianza di genere.

Il primo passo verso le elezioni, lo definisce il governo ad interim del Cairo. Elezioni che l'esercito, autore del colpo di Stato di luglio, vorrebbe vedere in piedi entro sei mesi. Per questo ha affidato a dieci esperti legali di rivedere la Costituzione entro 30 giorni. Da parte sua l'esecutivo tenta di mostrare una facciata di normalità: sabato il ministro degli Esteri Fahmy ha incontrato Ahmad Jarba, capo della Coalizione Nazionale Siriana, il principale ombrello delle opposizioni al regime di Assad. Fahmy ha detto alla stampa che l'Egitto tiene gli occhi aperti sulla crisi siriana, annunciando però l'intenzione del governo di rivedere la decisione di Morsi di tagliare ogni rapporto diplomatico con Assad.

"L'Egitto sostiene la rivoluzione e il diritto del popolo siriano alla democrazia e sta attualmente rivedendo le proprie posizioni - ha detto il ministro - Stiamo lavorando con i consolati di Siria ed Egitto".

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