Dopo lo sciopero generale di ieri anche oggi ad Atene manifestazioni dei dipendenti comunali contro i tagli e i licenziamenti nel settore pubblico presentati dal governo Samaras in Parlamento.
Tutta la Grecia si è fermata ieri in conseguenza dell’ennesimo sciopero generale di 24 ore indetto dai maggiori sindacati del Paese, Adedy e Gsee, che rappresentano rispettivamente il settore pubblico e quello privato per un totale di circa due milioni e mezzo di lavoratori, e il comunista Pame che riunisce altre centinaia di migliaia di dipendenti pubblici e privati. Alcune decine di migliaia di persone sono scese in piazza ma le manifestazioni sono state meno partecipate che in passato. La protesta ha preso di mira le cosiddette riforme che il governo Samaras intende varare e che sono ora al vaglio del Parlamento: in particolare quella per la ristrutturazione dell'amministrazione pubblica (700 mila dipendenti) che prevede il licenziamento di migliaia di impiegati statali entro il 2014 e la definizione dello stipendio base dei lavoratori del settore privato da parte del ministro del Lavoro.
Ad Atene sono scese in piazza circa 30 mila persone, tra lavoratori e giovani, nei due cortei indetti dal Pame in piazza Omonia e da Adedy e Gsee in piazza Klathmonos , mentre a Salonicco circa 15 mila, per manifestare “contro la messa in atto delle misure per affrontare i problemi della disoccupazione, dell'austerità e dell'evasione fiscale e contro la politica dei licenziamenti, delle privatizzazioni e della svendita della proprietà pubblica e dei beni sociali” intrapresa dal governo di Atene sotto dettatura della troika. Nel corso della giornata ospedali pubblici e ambulatori hanno funzionato con personale ridotto e solo per i casi di emergenza per lo sciopero indetto dalla Federazione nazionale dei Lavoratori degli ospedali pubblici (Poedin) che ha avuto il sostegno dell'Ordine nazionale dei medici (Pis). Fermi anche i mezzi di trasporto pubblici (autobus, filobus e metro') mentre per quattro ore, dalle 12 alle 16, hanno incrociato le braccia i controllori di volo degli aeroporti e i dipendenti dell'Aviazione civile.
Oggi il conflitto sulle controriforme targate troika si è spostato in Parlamento. Il voto sul pacchetto presentato dal debole esecutivo di Atene è previsto per la serata di oggi. In ballo il licenziamento di circa 25.000 dipendenti statali entro la fine dell'anno e l'abolizione della polizia municipale e del corpo delle guardie scolastiche. Già da ieri il dibattito parlamentare è stato caratterizzato da toni molto accesi. Il portavoce del gruppo parlamentare di Syriza Panayotis Lafazanis ha accusato il governo di aver trasformato la Costituzione in ''cartastraccia'', mentre Sofia Sakorafa, sempre di Syriza, ha parlato di ''una banda di distruttori'' e di un ''governo che continua l'opera della giunta dei colonnelli''. La deputata del partito di destra dei Greci Indipendenti, Rahil Makri, di è diretta verso i colleghi di Nea Dimokratia urlando ''siete dei traditori e sarete impiccati''.
La capitale ellenica sarà oggi il fulcro della protesta dei dipendenti delle autonomie locali di tutta la Grecia nel tentativo di impedire l’approvazione del disegno di legge che prevede la messa in mobilità del personale della polizia municipale, del corpo delle guardie degli edifici scolastici e degli insegnanti delle scuole medie. Da Patrasso e altre città del paese all’alba sono partiti autobus carichi di lavoratori diretti ad Atene per partecipare alle manifestazioni di protesta organizzate dalla Federazione nazionale dei Lavoratori delle Autonomie Locali (Poe-Ota) e dai sindacati ellenici. Punto d'incontro la centralissima piazza Klathmonos, dove alle 11 é iniziata una manifestazione convocata dall’Ota, mentre alle 19 é in programma un'altra manifestazione organizzata da Adedy e Gsee. Anche centinaia di sindacai sono sul piede di guerra: ''I responsabili delle autonomie locali, eletti dal popolo, esprimono la loro contrarietà all'abolizione dei servizi dei comuni e delle Regioni e alla messa in mobilità dei loro dipendenti'', si legge in un comunicato dell'Unione centrale dei Comuni di Grecia (Kede).
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