È morto stamattina a Parigi, all'età di
91 anni, il giornalista e militante comunista Henri Alleg, primo a
denunciare l'uso della tortura da parte dell'esercito francese durante
la guerra d'Algeria.
Nato a Londra il 20 luglio
del 1921 da madre francese e padre algerino, Henri Alleg (pseudonimo di
Henri Salem) si trasferì in Algeria nel 1939, e qui entrò in contatto
con il Partito Comunista Algerino. Lavorò come editore al quotidiano di
opposizione Alger Républicain, vicino al Partito e sostenitore della
lotta di liberazione anticolonialista. Nel 1955 il giornale venne
dichiarato illegale dalle autorità coloniali francesi a causa della
linea politica e tutti i collaboratori del giornale vennero perseguitati
e internati in campi di concentramento.
Per sfuggire ai
provvedimenti Henri Alleg entrò in clandestinità e nel 1956 cominciò a
collaborare con il quotidiano comunista francese l’Humanitè, ma pochi di
questi articoli furono pubblicati, a causa della censura governativa
sugli scritti favorevoli all'indipendenza algerina e anche a causa della
linea in merito, spesso ambigua, del Partito Comunista Francese.
Visse
sfuggendo alla cattura fino a che il 12 giugno del 1957, mentre si
trovava a casa dell'amico Maurice Audin, Alleg venne arrestato dalla X
divisione paracadutisti francese con l'accusa di aver messo in
discussione l'autorità nazionale. Audin, professore di matematica e
membro del Partito comunista algerino, che era stato arrestato il giorno
prima, sarebbe morto in prigionia qualche giorno dopo a causa delle
durissime torture subite.
Anche Alleg venne torturato dai
militari francesi all’interno del centro di smistamento di El-Biar per
un mese, prima di essere trasferito. Dal campo riuscì però a far
arrivare in Francia una copia di un suo memoriale, ‘La Question’, il
racconto della sua prigionia e delle tremende torture subite da lui e
dagli altri internati da parte dei militari francesi. A curare il saggio
introduttivo al libro di Alleg, in cui si raccontava come i soldati
transalpini in Algeria utilizzassero sistematicamente la tortura nella
lotta contro gli indipendentisti, fu Jean Paul Sartre. Lo scritto, che
vendette subito settantamila copie, fece tanto rumore che le autorità
francesi decisero prima di distruggerne i piombi affinché non fosse
possibile ristamparlo e, poi, di sequestrarne tutte le copie già
stampate e non ancora vendute.
Quarant'anni dopo, Henri Alleg confidò
al settimanale l'Express: "Sapevo che se arrestato, sarei stato
torturato, ero preparato. Non ho mai portato rancore a nessuno,
consideravo quelle persone gli spregevoli strumenti di una politica".
Nel
1961 riuscì a evadere dalla prigione di Rennes dove era stato rinchiuso
sulla base di una condanna a dieci anni di carcere per attentato alla
sicurezza estera dello Stato".
Fonte
E' per gente così che bisogna togliersi il cappello.
Nessun commento:
Posta un commento