Spopola in tv, viene imposto come "il candidato", anche se nessuno sa
cosa proponga. Neppure lui, che è andato a farselo spiegare da Angela
Merkel. Di certo, però, non fa il sindaco di Firenze.
E' volato a Berlino a chiedere il placet tedesco al proprio
avvento sulla poltrona di Palazzo Chigi, non appena – pochi mesi,
abbiate pazienza – il governo delle "larghe intese" esploderà per
scollamento autonomo o per terremoti esterni (il 30 luglio la Cassazione
dovrebbe decidere sulla condanna definitiva o no di Berlusconi per il
processo Mediaset).
Visto che c'era, ha riferito il portavoce della
Merkel, Seibert, si è fatto spiegare cosa i tedeschi intendono per
"competitività" in riferimento all'Italia. Così, all'occorrenza, potrà
dire finalmente qualcosa di "politico" invece che sparare battute a
raffica.
Un fenomeno, questo Renzi. Ma a ben guardare non tanto
originale. Hollywood, ultimo tempio dove si legge Marx e qualcuno lo
capisce anche, ci ha fatto ben due film (stesso titolo, attori e
registi diversi, insomma un remake) a partire da un romanzo. Che parla
di un candidato scelto da una multinazionale e imposto come presidente
degli Stati Uniti, anche a costo di dover uccidere il presidente in carica. Un film che
spiega molto bene come si possa "costruire un fantoccio mediatico",
conferirgli uno spessore anche senza che ne abbia alcuno. Insomma, una
macchina da comunicazione per conquistare una poltrona decisiva; da cui
poi opereranno altri, gli esponenti della mutinazionale, quelli che
hanno un interesse e un "programma" da attuare; e che nulla ha che che
vedere con gli "interessi del paese".
Ma non c'è soltanto questo.
Il personaggio pubblico Matteo Renzi ha ricoperto già la carica di
presidente della provincia di Firenze e ora quella di sindaco del
capoluogo toscano. Come lo fa? Qui i pareri sono pressoché unanimi. Non
lo fa lui, che è sempre da un'altra parte (in televisione, in genere,
prima di scoprire la Germania e alri paesi europei decisivi per il suo
futuro premierato).
E diamo pertanto ai nostri lettori un po' di
documentazione inviataci da un suo fiero avversario, nonché dipendente
comunale, con l'hobby dell'inchiesta tenace. Non un comunista, non un
frequentatore dei centri sociali, solo un impiegato peraltro cattolico
(come Renzi, che aveva esordito nella Democrazia Cristiana e s'era
scoperto "bucatore dello schermo" come candidato... nei quiz di Mike
Bongiorno), forse un ossessionato del Sindaco e che ci ha riempito di
"materiale interessante".
La vita di un giornale è sempre
complicata. Spesso capita che singoli cittadini volenterosi ti rivelino
“notizie”, ti inviino materiale “probatorio”, ricostruendo nessi e
legami spesso difficili da verificare.
È così che ci è arrivato,
via mail, questo corposo dossier sulle spese quanto meno “eccessive” o
“disinvolte” di Matteo Renzi nel ruolo di sindaco di Firenze.
La
denuncia-esposto arriva da un dipendente dello stesso Comune di
Firenze, che si è messo ad indagare sulle spese del sindaco (sia nel
periodo in cui era stato presidente della provincia, sia in quello –
ancora attuale – di sindaco). Alessandro Maiorano ha sicuramente un
dente avvelenato con l'enfant prodige della politica
conservatrice italiana, ma a prima vista appare un accusatore
documentato e attento al dettaglio. Per esempio, sul cosiddetto “scandalo escort” che ha interessato qualche settimana fa lo stesso Comune di Firenze,
Maiorano si è ben guardato dal fare di ogni erba un fascio. La sua
“difesa” implicita del sindaco in questa vicenda è dal resto motivata in
modo razionale: “non ci sta mai, in Comune, come faceva a controllare
quel che avveniva?”. Perfida, ma efficace.
Sulle spese pazze, le
assunzioni di “amici”, l'uso di alcune società controllate che
succhierebbero soldi agli enti locali da Renzi diretti, per mettergli
poi a disposizione i fondi con cui sta da tempo scalando le non eccelse
vette della politica nazionale, ecc, Maiorano si è invece regolarmente
rivolto alla Guardia di Finanza, alla Corte dei Conti e al ministero
dell'economia, depositando esposti e documenti (che qui riportiamo).
Insomma,
non fantasie, ma frammenti di “pezze d'appoggio” che giustificano le
sue ricorrenti domande sulla resistibile ascesa del “Blair de noantri”, o
meglio “pe' i grulli”.
Della sua denuncia si sono accupate già altre testate, sia online che cartacee, ma la documentazione arrivataci oggi non è mai stata pubblicata prima.
La logica in cui si muove Maiorano è un po' “grillina” – molta
attenzione sulle spese, nulla sulle scelte più propriamente politiche e
amministrative di Renzi – ma anche per questo, forse, non la si può
tacciare di “pregiudizio ideologico”.
A voi il giudizio, che a
noi sembra una conferma. Renzi è il volto nuovo dei più vecchi e
immarcescibili poteri italiani, il piccolo e chiassoso gattopardo che
deve far sembrare la Terza Repubblica qualcosa di “veramente nuovo”, in
perfetta continuità con la seconda, la prima e anche un po' con quel che
c'era prima della Resistenza.
Un perfetto "Manchurian
candidate", venuto dal nulla e proteso verso il nulla, in un assordante
cicaleccio di parole buttate lì per "fare tendenza". Cominciando dalla
prima e più famosa: rottamazione.
Vi volete far abbindolare da uno così? Dai, non è possibile. L'abbiamo già visto 'sto film... E anche voi.
Denunce_presentate_-_atti.pdf534.4 KB
Florence_Multimedia_esposto.pdf39.88 KB
Fonte
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