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04/10/2013

L'Egitto attaccherà Gaza?

L'esercito egiziano sta lavorando ad un possibile intervento militare contro la Striscia di Gaza. A rivelarlo sono state oggi fonti della sicurezza del Cairo alla stampa araba: aerei di ricognizione egiziani sono entrati nello spazio aereo di Gaza e fotografato alcuni siti a Rafah e Khan Younis, possibili target di un attacco. Non solo: l'intervento potrebbe riguardare anche veicoli sospettati di contrabbandare beni dall'Egitto alla Striscia.

Un intervento senza precedenti. Secondo le fonti, l'obiettivo è stroncare l'attività militare di gruppi armati islamisti nella Penisola del Sinai. Dal golpe militare del 3 luglio che ha portato alla deposizione del presidente Morsi e del regime dei Fratelli Musulmani, il nuovo governo egiziano ha accusato Hamas di aver inviato, attraverso i tunnel di Rafah, miliziani pronti a compiere attacchi contro le forze di sicurezza del Cairo. Accusa che Hamas ha sempre rispedito al mittente, ma che ha provocato dure reazioni da parte dell'Egitto: il valico di Rafah è quasi sempre chiuso, impedendo il passaggio di beni e persone, i tunnel sono stati quasi completamente distrutti e la Marina sta compiendo raid contro i pescatori gazawi lungo le coste egiziane.

Secondo il Cairo, dietro gli attacchi contro polizia ed esercito egiziani, ci sarebbe militanti provenienti dalla Striscia. Tra loro Ansar al-Sunna, gruppo legato ad Hamas, e Ansar Beit al-Maqdis. Per cui, l'Egitto non avrebbe altre opzioni, se non quella di colpire direttamente la Striscia se la "linea rossa" sarà superata: "L'esercito egiziano non crede che la popolazione di Gaza sia coinvolta nelle violenze in Sinai - ha detto un funzionario egiziano all'agenzia stampa palestinese Ma'an News - Ma alcune fazioni sostengono gruppi armati in Sinai. I tunnel giocano un ruolo importante, collegando le due parti. E sebbene il coinvolgimento di Hamas sia limitato, è comunque responsabile del mantenimento dell'ordine e del controllo dei tunnel e delle fazioni che operano nell'enclave".

A pagare il prezzo di un intervento armato senza precedenti da parte dell'Egitto sarà la popolazione gazawi, 1,7 milioni di persone chiuse in una prigione a cielo aperto. La palese ostilità del nuovo governo egiziano ha già provocato drammatiche conseguenze: a Gaza manca il combustibile necessario al funzionamento dell'unico impianto elettrico della Striscia, che rifornisce scuole ed ospedali; mancano medicinali e beni di prima necessità.

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