di Fabrizio Casari
La notizia
delle intercettazioni da parte della NSA statunitense verso i paesi
alleati fa il giro del mondo. Dal Messico alla Francia, dalla Germania
all’Italia, non c’è praticamente nessun governo che possa dire di essere
stato escluso dalla colossale opera di spionaggio statunitense.
Trentacinque leader politici e militari europei hanno subìto le
intercettazioni di Washington.
Puntuali, proprio perché inevitabili per non perdere la faccia, le
reazioni: Francia e Germania convocano i rispettivi ambasciatori Usa,
annunciano iniziative in sede nazionale ed europea a tutela
dell’impenetrabilità dei loro dati.
In particolare, propongono la
messa all’ordine del giorno di risoluzioni europee al riguardo e
avvertono come il comportamento statunitense non potrà continuare, pena
una severa incrinatura nelle relazioni bilaterali, anche l’Italia,
addirittura, annuncia proteste. Washington non si scusa, figuriamoci,
annuncia solo una revisione del sistema. Legittimo pensare che si
rileverà inevitabile, ma solo per aggirare le contromisure che gli
europei prenderanno.
E se il Commissario europeo alla Giustizia,
Vivian Reding, sostiene che “sul caso Datagate è arrivato il momento di
dare una risposta forte e univoca dell'Europa agli americani",
addirittura Martin Shultz, Presidente del Parlamento Europeo, propone
di bloccare ogni trattato di collaborazione economica e commerciale con
gli USA. Auspicabile, ma non avrà seguito: si deve infatti considerare
che molti leader europei sono al loro posto anche per la fedeltà agli
USA e che Londra, che è il bassotto di Washington, non esiterebbe a
bloccare ogni risoluzione europea nel senso indicato dal dirigente
socialdemocratico tedesco.
D’altra parte gli inglesi sono stati parte integrante del sistema di
spionaggio statunitense; proprio agli spioni del MI5 è stato affidata
una parte consistente dell’operazione spionistica su scala globale e
sempre loro si sono occupati direttamente di spiare l’Italia, i suoi
uomini politici e i suoi imprenditori.
Eppure quanto proposto da
Shultz sarebbe una risposta dovuta, dal momento che il motivo per il
quale l’Europa è spiata dagli USA non ha niente a che vedere con la
lotta al terrorismo. E’ invece parte integrante del controllo
statunitense sui paesi terzi, che oltre a individuare complicità ed
ostilità nei diversi governi e apparati statali, è principalmente
destinato ad accumulare un preziosissimo vantaggio nelle trattative
commerciali bilaterali tra USA ed ogni altro paese con cui si siedono ad
un tavolo di negoziato.
Lo
spionaggio di massa serve soprattutto a questo: sapere in anticipo
strategie e tattiche, contenuti delle proposte, linee generali di
accordi possibili e linee di demarcazioni oltre le quali ci sarebbero
rotture, per presentarsi con le carte coperte su un tavolo dove gli
interlocutori hanno invece le carte completamente scoperte.
Altro che compatibilità tra privacy e sicurezza, il claim preferito
dal mainstream in ginocchio. E’ un sunto di pirateria e di truffa ai
danni dei propri interlocutori, ma è in qualche modo la quint’essenza
del modo con il quale Washington gestisce il rapporto con i suoi partner
politici e commerciali.
C’è da aggiungere poi che la conoscenza
delle conversazioni private dei politici e dei militari permette di
conoscerne gli aspetti più riservati di costoro, decisivi nel caso i
soggetti non fossero allineati ai desiderata statunitensi, ed
eventualmente funzionali, all’occorrenza, ad avviare operazioni di
ricatti o corruzione al fine di ottenere cooptazioni forzate, ove utili
al raggiungimento di accordi graditi.
C’è poi una parte dello
scandalo del Datagate che ci riguarda direttamente. Come già in qualche
modo riferito - sia pure in contesti diversi e per ambiti diversi - da
Assange e da Snowden, il settimanale L’Espresso, in
un’inchiesta sul numero oggi in edicola, sostiene che l'Italia non è
stata soltanto nel mirino del sistema Prism creato dagli 007
statunitensi. Con un programma parallelo e convergente denominato Tempora,
l'intelligence britannica ha spiato i cavi di fibre ottiche che
veicolano telefonate, mail e traffico internet del nostro paese.
Le informazioni rilevanti raccolte dal Gchq, il Government
communications head quarter, venivano poi scambiate con l'Nsa americana.
L'attività di spionaggio globale viene svolta attraverso
l'intercettazione di tutti i dati trasferiti da tre cavi in fibre
ottiche sottomarini che hanno terminali in Italia. Il primo è il SeaMeWe3, con "terminale" a Mazara del Vallo. Il secondo è il SeaMeWe4, con uno snodo a Palermo. Città da cui transita anche il flusso di dati del Fea (Flag Europe Asia).
Sarebbero riusciti ad operare senza la collaborazione della nostra intelligence civile e militare? Secondo L’Espresso,
i servizi segreti italiani erano perfettamente a conoscenza della
perforazione continuata della segretezza delle conversazioni dell’intero
governo italiano.
I servizi segreti italiani, stando al settimanale, avrebbero avuto un
ruolo nella raccolta di metadati, dal momento che i nostri apparati di
sicurezza avevano un "accordo di terzo livello" con l'ente britannico
che si occupa di spiare le comunicazioni.
Atteggiamento proattivo
o voluta mancata vigilanza sono le due possibilità allo studio, per
definire il comportamento delle nostre “barbe finte”, anche se dal
Copasir smentiscono (e ti pareva). Si ripropone, come sempre, il tema
della doppia obbedienza di strutture e uomini allocati nei posti
strategici del nostro paese. Ove fossero però comprovate eventuali
attività di sostegno diretto o indiretto da parte dei Servizi Italiani
(il che sarebbe coerente con la loro storia) ci si troverebbe di fronte
ad un comportamento che avrebbe ignorato e sbeffeggiato la stessa mission che li caratterizza, che ne stabilisce utilità e funzioni.
C’è
poco da girarci intorno: i dirigenti dei Servizi Segreti italiani che
avessero eventualmente collaborato allo spionaggio USA e GB a danno
dell’Italia andrebbero rimossi, arrestati e processati per alto
tradimento. Tranquilli, niente di questo succederà. I tarallucci e il
vino sono già sul tavolo. Sotto allo stesso, invece, un paio di cimici.
Fonte
Italia di merda, con una classe dirigente espressione della peggio merda continentale. Siamo lo zerbino di chiunque ci voglia calpestare e ci piace pure...
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