di Liliana Adamo
La potenza
schiacciante dei media al servizio di un ben congegnato depistaggio sul
clima; si chiama Global Warming Policy Foundation, raccoglie un manipolo
di scettici sul cambiamento climatico (con Lord Lawson, in testa), che,
a loro volta, occultano i veri mandanti, i fondamentalisti del libero
mercato (e i loro alleati politici), referenziati dall’Heartland
Institute, potente gruppo di pressione con sede a Chicago. Gli stessi
che hanno orchestrato una campagna tesa a screditare pesantemente i
risultati del Gruppo Intergovernativo, meglio conosciuto con la sigla
IPCC.
Nel suo Quinto Rapporto di Valutazione (The Physical
Science Basis), reso pubblico il 27 settembre scorso, l’IPCC ha fornito
la sua versione sull’evoluzione dei cambiamenti climatici: “Il
riscaldamento del clima terrestre si aggrava per colpa in gran parte
dell’uomo. La temperatura della terra aumenterà da 0,3 a 4,8 gradi
centigradi, entro il 2100. I primi dieci anni del nostro secolo sono
stati i più caldi dal 1850…”.
E, mentre si teneva la presentazione ufficiale del documento a
Stoccolma, Londra si convertiva a fulcro universale dell’agnosticismo
climatico, per controbatterne le tesi e fomentare i media. Giusto per
rubare la scena al gruppo Intergovernativo, ecco che, nello stesso
giorno, è stata indetta una mega conferenza stampa, una sorta di duello a
distanza.
Ciò che i media non hanno comunicato è la brigata
d’ultraliberisti (chi manovra i fili dell’Heartland), che rimunera un
gruppo di scienziati in pensione affinché producano falsi dossier
confutando sia l’esistenza sia gli effetti del global warming,
orientando un massiccio movimento d’opinione a livello internazionale.
Primi
attori nella conferenza stampa londinese, Fred Singer e Robert Carter,
hanno dato il meglio di sé sfoggiando una visione diametralmente opposta
a quella presentata dai veri ricercatori sul clima. La BBC non
si è lasciata sfuggire l’occasione e ai due ha predisposto un tour
presso gli studi del Broadcasting House con interviste a go go;
addirittura, il tempo stimato per questi incontri è risultato molto più
lungo rispetto a quello dedicato alla presentazione del famoso Rapporto
sul Clima, redatto dall’IPCC: McLuhan docet.
Gli artefici della BBC (come quelli dell’ITV News at Ten, del Daily Telegraph, per rimbalzare fino al Time),
hanno finto d’ignorare che gli stessi Carter e Finger si sono
guadagnati l’attuale popolarità quali autori di una campagna
d’affissioni che accomuna l’Unabomber, al secolo Ted Kaczynski a Charles
Manson, dichiarandoli entrambi proseliti del riscaldamento globale
(sic).
Inconsapevoli
anche che lo stesso professor Carter (un geologo australiano,
specializzato in paleontologia, stratigrafia, geologia marina e scienze
ambientali, chiamato dai suoi detrattori “climate misinformer”), presta
la sua opera (contributi a siti web e opuscoli) al “Consiglio
consultivo Accademico” della londinese Global Warming Policy Foundation
di Lord Lawson (di cui è membro), al contempo è portavoce dell’Heartland
Institute di Chicago, in un pacchetto "all inclusive".
Il professore ha fatto la sua fortuna in propagande soppesate con
piani marketing d’azione, coadiuvato dalle migliori menti (giunte ormai
all’età della pensione), raccattate qua e là dopo una modesta carriera
nelle varie università d’oltreoceano.
L’intera congerie non
potrebbe neanche presentarsi a tv e giornali se non fosse attentamente
coordinata da potenti mezzi e alleati politici, che la usano per
screditare e travisare i risultati del Gruppo intergovernativo
d’esperti.
I giorni londinesi dell’attacco frontale ai risultati
dell’IPCC, hanno dimostrato come una piccola cricca rastrellata sotto
l’egida di skeptical science, sia stata in grado d’utilizzare reti
politiche, legami familiari e simpatie ultraliberiste, in una sorta di
rassicurazione che, lungi d’essere tale, palesa l’intento a deviare e
falsare il dibattito pubblico in un paese, il Regno Unito, notoriamente
sensibile alla difesa dell’ambiente e a soluzioni che contrastino il
cambiamento climatico.
Contro l’IPCC si sta preparando una belligeranza mediatica su larga
scala: per mantenere lo status quo sul global warming si fa anche
questo.
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