di Alessandro Iacuelli
La centrale nucleare di Sellafield, nel nord ovest dell'Inghilterra, è
stata parzialmente chiusa dopo che sono stati rilevati livelli alti di
radioattività. Lo scrive la Bbc sul proprio sito web. La
struttura è la più vecchia e più grande d'Europa. Sellafield è stata la
prima centrale nucleare al mondo a produrre elettricità, ma è fuori
servizio dal 2003: il sito ospita numerose installazioni, di cui alcune
in via di smantellamento, e viene utilizzato principalmente come
magazzino per il combustibile nucleare esausto e altre scorie.
Al
personale della centrale nucleare è stato chiesto di rimanere a casa.
Nella centrale rimangono comunque i tecnici che stanno lavorando
"normalmente" per permettere alla centrale di continuare a funzionare.
La
società che gestisce il sito ha fatto sapere che non ci sono rischi per
la popolazione e per i lavoratori: “I livelli di radioattività rilevati
sono al di sopra del livello di radiazioni che normalmente si
verificano ma ben al di sotto del livello che richiederebbe di prendere
qualsiasi azione da parte dei dipendenti, dentro o fuori dal sito”, ha
dichiarato un portavoce della società, senza fornire ulteriori
informazioni.
Non è la prima volta che il polo impiantistico
nucleare di Sellafield balza all'onore delle cronache, anzi: il
“precedente” è anche uno dei più clamorosi del secolo scorso. Nel 1957,
un incendio nel reattore dove si produceva plutonio per scopi militari
generò una nube radioattiva imponente. La nube attraversò l’intera
Europa, proprio come la nube di Chernobyl, ma stranamente ce ne siamo
dimenticati, della nube inglese. Sono stati ufficializzati soltanto 300
morti per cause ricondotte all’incidente (malattie, leucemie, tumori) ma
il dato potrebbe essere sottostimato.
Il
30 gennaio scorso, la parte dell’impianto dove si sono registrate le
anomalie è stata chiusa per permettere un’indagine accurata e gli
esperti sono già sul posto. I responsabili della struttura hanno
riferito che solo ai lavoratori “essenziali” è stato chiesto di
presentarsi per i turni. La società ha aggiunto che la struttura “sta
continuando a funzionare normalmente”. In particolare, gli addetti alla
lavanderia, mensa e trasporti stanno lavorando normalmente, mentre alle
persone che possono farlo è stato consigliato di lavorare da casa.
Il
problema è stato descritto come “una condizione operativa” nella
struttura di Sellafield. Tuttavia, è stato creato un perimetro di
sicurezza a nord dell'impianto e viene controllato ogni edificio, come
ha spiegato lo stesso portavoce. Il ministero dell'Energia ha annunciato
di essere in stretto contatto con Sellafield e che non c'è ragione di
pensare che l'entità del problema sia maggiore di quanto affermato dalla
centrale.
Per carità, sarà anche vero quanto dichiarato dal
ministero del Regno Unito, tuttavia ci sarebbe da far notare che in tema
di sicurezza nucleare, la trasparenza e la completa informazione sono
argomenti cruciali per non ripetere gli errori già commessi da tanti e,
in tempi recenti, dalla giapponese Tepco a proposito della centrale di
Fukushima.
Dichiarare che ci sono livelli di radioattività al di
sopra della norma e non fornire altri dettagli, o peggio ancora creare
un perimetro di sicurezza attorno all'impianto e definire il tutto “una
condizione operativa”, non è semplicemente fuorviante; è tanto
pericoloso quanto criminale nei confronti della popolazione non solo
inglese, ma di tutta l'Europa, visto che una nube radioattiva è in grado
di propagarsi per migliaia di chilometri.
Nelle
ultime ore del 31 gennaio, un secondo comunicato stampa reso noto
dall'ente di gestione dell'impianto, ha informato che non è mai avvenuta
alcuna fuga radioattiva e che “Gli alti livelli di radioattività
rilevati sul sito nucleare britannico di Sellafield non sono dovuti a
una fuga proveniente dalla centrale ma alle elevate quantità
nell'atmosfera del gas radon, elemento radioattivo naturale”.
In
pratica, ci hanno raccontato che una nube di radon, perfettamente
naturale ma radioattiva, è andata a posizionarsi, alla stregua della ben
più celebre nuvola della casa della famiglia Addams, giusto sopra la
centrale nucleare.
"I nostri rilevatori sono estremamente
sensibili e rilevano qualsiasi anomalia; eravamo sicuri che la
situazione non presentasse alcun rischio per i cittadini o il personale
perché i livelli di radiazione rilevati, anche se superiori a quelli
normali nell'atmosfera, erano comunque deboli" ha spiegato l'ente.
Nessuno
mette in dubbio l'estrema sensibilità della rete di sensori di
Sellafield, così come la singolare coincidenza di una nube di radon che
va a stazionare esattamente sopra un impianto nucleare è, sì, singolare,
ma non impossibile. Tuttavia, sovviene alla mente un lecito dubbio: per
caso il picco di radioattività di Sellafield rilevato in questi giorni è
destinato ad essere un altro dei tanti misteri?
L'augurio è
che, su un tema delicato come quello della sicurezza nucleare, ci si
decida una volta per tutte, per scelta politica, ad adottare dei criteri
di trasparenza che ancora oggi non si vedono.
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