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03/11/2014

Burkina Faso: il “paese degli uomini integri”



di Federica Iezzi

“Le pouvoir au peuple. La révolution en marche” urlano ancora alla Place de la Nation di Ouagadougou, i giovani rivoluzionari, che hanno nel sangue l’essenza del “Président du Faso”, come viene ancora oggi ricordato dai burkinabè, Thomas Sankara.

La disobbedienza popolare contro il regime eterno di Blaise Compaoré, è diventata rivoluzione meno di una settimana fa, quando l’Assemblée Nationale ha deciso di votare il progetto di legge di modifica della Costituzione.

Rettifica, che se riformata, avrebbe permesso a Compaorè, pilastro della Françafrique, uomo ricevuto con tutti gli onori anche nel nostro Paese, di concorrere per un altro mandato presidenziale.

La rabbia del giovane popolo della terra degli “uomini integri”, nella serata di ieri, ha decretato l’arresa di Compaorè. Dopo 27 anni di dominio indiscusso, dunque, si conclude il quarto mandato del padre padrone del Burkina Faso. Si conclude quel regime che ha dato lavoro, occupazione e privilegi soltanto ai pochi membri della classe signorile burkinabè. Si conclude il circolo vizioso di miseria ed ingiustizia, dalle quali il Burkina Faso era uscito con  il breve governo rivoluzionario di Sankara.
La storia del Burkina Faso ha inizio negli anni ottanta quando il capitano dell’esercito voltaico Thomas Sankara, giunge al potere con un colpo di stato incruento, che portò alla destituzione dell’allora presidente Jean-Baptiste Ouédraogo. Sankara divenne presidente e Compaoré il suo vice. L’ex colonia francese, Alto Volta, divenne Burkina Faso, che nei dialetti locali moré e dioula, significa “paese degli uomini integri”.

Una storia che sembra la mera ripetizione delle colonizzazioni occidentali in Africa e dei passi per la conquista dell’indipendenza.

Il colpo di Stato del 1983 rappresenta invece una caratteristica anomalia nel contesto africano.
Sankara trovò un Alto Volta assediato dalla desertificazione e dalla carestia. Ereditò un Paese che da decenni conviveva con colpi di stato, scioperi selvaggi, una miseria dilagante, analfabetismo, carenza di risorse e da un ripetuto intervento militare in politica. Un Paese con tasso di mortalità infantile del 187 per mille, tasso di alfabetizzazione al 2%, speranza di vita di soli 44 anni, un medico ogni 50.000 abitanti.

In soli quattro anni, il suo Governo portò avanti serrate campagne di vaccinazione contro morbillo, meningite e febbre gialla. Enormi apprezzamenti dall’UNICEF per l’immunizzazione del 60% dei bambini del Paese, in meno di tre settimane. In ogni villaggio, nuove scuole. E la percentuale di bambini scolarizzati del Burkina Faso salì di un terzo.

Sankara, ad Addis Abeba, di fronte all’intera conferenza dell’Organizzazione per l’Unità Africana, invitò i Paesi africani a non pagare il debito estero, per permettere alla politica economica di colmare il ritardo imposto da decenni di dominazione coloniale.

Nel 1987 Blaise Compaoré salì al potere grazie a un feroce colpo di Stato, finanziato dalla Francia, dalla Libia e dagli Stati Uniti e sostenuto dai signori della guerra di Liberia e Ciad. Sankara fu ucciso e negli anni seguenti Compaoré fu accusato di essere coinvolto nel suo omicidio. Il complotto fu organizzato per consentire a Nazioni fortemente industrializzate, di poter continuare ad attingere, a costo bassissimo, alle risorse naturali del Burkina Faso, oro, rame, nichel, piombo.

In 27 anni di Blaise Compaorè si è assistito al silenzioso sostentamento di gruppi ribelli ivoriani e maliani, al coinvolgimento del Burkina Faso nel traffico di diamanti provenienti dalla Sierra Leone, ad alleanze con il sanguinario liberiano Charles Taylor e con l’incontrastato presidente del Ciad, Idriss Déby. E dal 2007 Oagadougou diventa anche base militare statunitense.

Sotto Compaoré il Burkina Faso è stato uno dei Paesi con reddito pro capite più bassi del mondo e con un livello di disparità sociale tra i più elevati.

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