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24/02/2015

Atomica iraniana. Le bugie di Netanyahu

Nell'ottobre del 2012 il Mossad concluse che l'Iran "non stava svolgendo l'attività necessaria per la produzione di armi nucleari". E' quanto rivela uno dei documenti segreti del dossier Spycables rilanciati da al Jazeera e Guardian.

La documentazione che le due testate si apprestano a pubblicare copre un periodo che va dal 2006 al 2014 e comprende dettagli di incontri e analisi interne scritte dai servizi segreti sudafricani ma anche la corrispondenza esistente con le agenzie d'intelligence di molti Paesi occidentali.

Il documento sull’atomica iraniana ricorda che solo un mese prima del documento del Mossad, il premier Benyamin Netanyahu  aveva denunciato con clamore e allarmismo che all'Iran mancava solo un anno dal fabbricare un'arma nucleare. Una affermazione che, alla luce di questo documento, sembra essere smentita dai suoi stessi servizi segreti.

Infatti, l'ex capo del Mossad Meir Dagan  già nel 2010 aveva accennato a contrasti con Netanyahu, avvertendo del rischio di sovrastimare il pericolo posto dall'Iran, che avrebbe potuto avvicinare a una guerra con Teheran. Alla Knesset, Dagan aveva spiegato che Teheran non si sarebbe dotata della bomba atomica prima del 2014. Un’analisi ottimista che non era piaciuta ad altri settori dell’intelligence israeliana, e nemmeno al primo ministro Benjamin Netanyahu.

I contrasti portarono alle improvvise dimissioni dello stesso Dagan. Ma l’affaire dell’atomica iraniana, continua a entrare ed uscire dai principali dossier dell’agenda internazionale. Basta pensare che il Segretario di Stato Usa, John Kerry, lo scorso 8 aprile 2014 davanti al Comitato per le Foreign Relations del Senato, aveva affermato che tempo due mesi “l’Iran avrà abbastanza uranio arricchito per fabbricarsi la “bomba”. Siamo a febbraio 2015, quasi un anno dopo, e questa affermazione non è stata confermata da nessuno, né dagli interessati né dai loro nemici. Intanto i colloqui con le potenze mondiali del gruppo 5+1 sul  programma nucleare iraniano “avrebbero fatto progressi, ma resta ancora molto da fare prima di un'intesa finale” è quanto afferma il ministro degli Esteri di Teheran Mohammad Javad Zarif dopo aver incontrato a Ginevra il collega Usa John Kerry. "Sono stati fatti alcuni progressi su varie questioni, ma la strada è ancora lunga prima di un'intesa finale" ha detto Zarif, secondo quanto riferito dai media iraniani.

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