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25/02/2015

Ilva. Il governo blinda il decreto. L'Usb: nazionalizziamola. Assemblea a Taranto

Oggi alla Camera arriva il decreto sull'Ilva che il governo ha praticamente blindato, mentre ieri sono stati rinnovati per un anno (fino al 3 marzo 2016) i contratti di solidarietà solo per 4.074 lavoratori della più grande acciaieria italiana. Ma sempre ieri a Taranto c'è stata una affollata assemblea con circa 200 lavoratori dell'Ilva e cittadini. L'occasione era il convegno su “Ilva? Nazionalizzamola per davvero”. Nel suo intervento Francesco Rizzo della USB dell'Ilva ha affermato: “Chiediamo al governo un progetto vero per Taranto e l'Ilva, questo significa nazionalizzazione sia per tutelare l'ambiente che i posti di lavoro”. La citta per vivere dipende all'80 % dall'Ilva la stessa Ilva che inquina. Non vogliamo fare demagogia, non ci leghiamo a prescindere alle acciaierie, però diciamo che prima si da realmente un posto di lavoro alternativo ai lavoratori e poi si può pensare di chiudere l'Ilva. Allora la nostra proposta, la nazionalizzazione, è l'unica alternativa reale al disastro ambientale ed economico lasciato dai Riva e dai commissari governativi.

Carlo Guglielmi del Forum Diritti Lavoro, nella sua relazione ha chiamato in giudizio il decreto Ilva svelandone gli inganni. Il decreto è l'evoluzione della Legge Marzano poi modificato con il decreto Salva Italia. Il decreto presentato come Salva Taranto o Ilva al contrario, non prevede fondi per bonificare ambiente e tutelare i posti di lavoro. Nel decreto non ci sono fondi stanziati, il commissario può solo richiedere fondi. Mentre per bonificare l'area occorrono almeno 5 miliardi, e per dare investimenti e pagare creditori ne occorrono molti di più del miliardo e 200 milioni previsti. Al contrario il commissario dovrà  alienare l'azienda mettendola in affitto che però sara pagato ai Riva, per farlo avrà una proroga di 18 mesi per poi venderla. Peggio ancora sono i dispositivi in merito all' occupazione. Il decreto infatti prevede che commissario e acquirente o concessionario stabiliscano quali lavoratori saranno assunti. Per gli altri ci sarà il licenziamento, ma i lavoratori assunti dalla new company, nonostante lavorino da anni all'Ilva saranno assunti con il Jobs act e il cosiddetto contratto a tutele crescenti. Altro scandalo è la non punibilità del commissario. Insomma conclude Guglielmi per sistemare seriamente Taranto e Ilva serve la forza dei lavoratori e dei cittadini di Taranto.

Il governo invece ha blindato il decreto e vuole approvarlo a passo di carica entro sessanta giorni per poterne assicurare la conversione. Un decreto che non risolve i problemi del lavoro né della salute pubblica e ancora una volta afferma che la soluzione è in mano ai privati, gli stessi che hanno creato un problema devastante a Taranto. La nazionalizzazione dell'Ilva (e non solo) continua ad essere la soluzione più razionale e lungimirante, proprio mentre governo e manager nominati continuano la distruzione e la svendita del sistema industriale del nostro paese (vedi Breda Ferroviaria, ultima in ordine di tempo, svenduta ai giapponesi dell'Hitachi).

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