Ma siamo in una situazione di recessione, anzi di deflazione. Quindi in un momento pessimo per vendere, ma ottimo per comprare, come sa chi si trova a decidere – per restare terra terra – sul che fare con la propria casa. Insomma, in un momento in cui chi ha i soldi liquidi può fare ciò che vuole e chi ne ha bisogno deve abbassare il prezzo.
La vendita di Ansaldo e Breda ai giapponesi dell'Hitachi è una di queste vendite scervellate. La risposta data dal presidente di Finmeccanica, quel Mauro Moretti che aveva già esercitato il suo influsso negativo sulle Ferrovie dello Stato, ci sembra altamente indicativa di una disposizione: «Finmeccanica lascia un settore che non avrebbe potuto sviluppare. Il perché non chiedetelo a me, ma a chi prima di me ha dissipato le risorse di questa azienda creando debiti».
E' la risposta di un commissario liquidatore, da curatore fallimentare, non da industriale a capo di un'azienda di proprietà – fino alla firma apposta ieri sul contratto – dello Stato.
Lo si capisce anche dai prezzi concordati: 760 milioni per il 40% delle azioni di Ansaldo Sts (sistemi di segnalamento ferroviario) e appena 36 per la Breda, la società costruttrice di locomotive che ha fatto la storia del trasporto su rotaia in Italia, dai tempi di Cavour a oggi. Una struttura industriale costata miliardi (in valori correnti) di soldi pubblici, lasciata intenzionalmente deperire per assenza di investimenti e quindi data via per due lire.
Da oggi, questo paese non ha più la proprietà del know how in un settore strategico che ha letteralmente tenuto a battesino nella storia dell'industria mondiale (la prima tratta, Napoli-Portici, è addirittura del 1830). Cosa significa? Che un qualsiasi governo futuro – reazionario, riformista, rivoluzionario che sia – non avrà lo strumento per decidere autonomamente una politica del trasporto ferroviario. Dovrà rivolgersi “al mercato”, scontandone i condizionamenti finanziari e/o politici.
Un modo come un altro di fare di questo paese una terra di conquista del capitale multinazionale, senza possibilità di riscatto né autonomia decisionale.
I dettagli nell'articolo de IlSole24Ore.
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Finmeccanica cede Ansaldo Sts e Breda
Gianni Dragoni
Finmeccanica ha firmato ieri l’accordo vincolante con la giapponese Hitachi per vendere le attività nei trasporti ferroviari, la redditizia Ansaldo Sts quotata (di cui possiede il 40%) e il ramo d’azienda con quasi tutte le attività della sofferente AnsaldoBreda, trattenendo però alcune partite in sofferenza e contratti per 30-40 milioni l’anno di ricavi.
L’accordo è stato approvato dai consigli di amministrazione dei due gruppi ieri mattina e annunciato prima che aprisse la Borsa. L’intesa sarà esecutiva dopo le approvazioni Antitrust, «ragionevolmente in giugno-luglio», secondo l’a.d. di Finmeccanica, Mauro Moretti. Le azioni di Finmeccanica hanno perso lo 0,91% a 10,87 euro, dopo ribassi fino al 3%, due giorni fa c’ era stato un turborialzo del 6,2 per c–ento. È salita del 6% a 9,37 euro Ansaldo Sts.
Finmeccanica ha detto che «a seguito di queste operazioni il debito netto del gruppo si ridurrà di 600 milioni di euro a fine 2015 (a 3,4 miliardi), con una plusvalenza netta complessiva pari a circa 200 milioni». «Questa vendita è una tappa importante nella realizzazione del nostro piano industriale che mira a focalizzare il gruppo nell’aerospazio», ha detto Mauro Moretti, a.d. di Finmeccanica. «È una bella operazione», secondo il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Le cifre confermano che Hitachi è interessata soprattutto adlla società del segnalamento, Ansaldo Sts. Ai prezzi annunciati, Hitachi potrebbe pagare le due aziende al massimo 1.937 milioni di euro (di cui circa 797 milioni a Finmeccanica). Ma solo 36 milioni verranno pagati per le attività e gli immobili di AnsaldoBreda, che produce treni e metropolitane, mentre Ansaldo Sts è valutata circa 1.901 milioni (di cui 760,4 milioni a favore di Finmeccanica), compresa l’Opa obbligatoria che Hitachi dovrà lanciare almeno allo stesso prezzo pagato a Finmeccanica. Il prezzo annunciato è di 9,65 euro per ogni azione Sts. Ma il prezzo effettivo è un po’ più basso, circa 9,5 euro, immaginando che il prossimo dividendo di Sts resti invariato, perché nel prezzo di acquisto sono assorbiti i dividendi che Sts distribuirà prima del passaggio a Hitachi.Poiché Sts ha sempre pagato il dividendo, l’anno scorso in totale 28,8 milioni, c’è da attendersi che lo faccia anche quest’anno, visti i conti positivi della società guidata da Stefano Siragusa, che ha anche una posizione finanziaria attiva per quasi 300milioni. Più alto sarà il dividendo pagato da Sts, più sarà tagliato il prezzo pagato da Hitachi.
Il fatto che Hitachi paghi poco la Breda crea interrogativi sul futuro degli stabilimenti che passeranno a Hitachi, Pistoia, Napoli e Reggio Calabria, dopo l’esaurimento previsto nel 2017 della commessa per il nuovo treno ad alta velocità per le Fs. Hitachi si è impegnata a mantenere i 2mila addetti di Breda e i 4mila di Sts. «Nessun lavoratore sarà in esubero e ci sono garanzie di non licenziamento», ha detto Moretti.
Gli stabilimenti ex Breda potrebbero essere integrati in Hitachi Rail, che ha attività anche nel Nord-Est dell’Inghilterra. A Finmeccanica resterà lo stabilimento Breda di Palermo, con 150 addetti. Ma resteranno a Finmeccanica anche «determinati contratti residuali» di Breda. Il Cfo, Gian Piero Cutillo, ha detto che valgono ricavi 30-40 milioni l’anno e si esauriranno in due-tre anni, ma non ha precisato quale impatto avranno sui conti di Finmeccanica. Il gruppo aerospaziale ha dato garanzie a Hitachi su alcuni contratti di Breda, in particolare sul Frecciarossa 1000 per i rischi di penali.
«Ci saranno alcuni indennizzi, ma siamo fiduciosi che non ci saranno passività importanti». Restano a Finmeccanica anche le pendenze e i treni dei contratti contestati con Belgio e Olanda. Secondo voci queste partite potrebbero essere infilate in una bad company.
È stata un’operazione lampo quella di Hitachi, con l’accordo di Moretti, che non ha mai aperto una trattativa con l’altro pretendente, il gruppo cinese Insigma, che aveva presentato un’offerta vincolante già il 15 dicembre scorso e aveva formalizzato l’offerta finale il 12 febbraio. L’offerta vincolante di Hitachi, invece, è arrivata solo ieri mattina, a valle di un negoziato con Moretti, per il quale «l’accordo con Hitachi era l’unico possibile». Insigma ha offerto 110 milioni per Breda e circa 1,735 miliardi per Ansaldo Sts, oltre a investimenti di 220 milioni fino al 2020. Le cifre degli investimenti di Hitachi non sono state comunicate. Perché Hitachi è stata preferita a Insigma?, ha chiesto un analista. «La decisione è basata su ragioni economiche, finanziarie e industriali», ha risposto Cutillo.
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