Maurizio Landini sostiene di essere stato frainteso nella sua intervista al “Fatto”
e di non avere intenzione di fare un partito o una coalizione
elettorale, ma di aver proposto una “coalizione sociale”, facendo un
vago accenno all’esperienza di Podemos. Nell’intervista si è anche
soffermato sui limiti del sindacato, così come è oggi, e sulla necessità
di trovare nuovi strumenti e nuove forme aggregative. Bertinotti se ne è
detto entusiasta (brutto segno!!!).
Va bene: può darsi che sia stato
effettivamente frainteso e che non abbia intenzione di fare un partito o
di partecipare alle elezioni o forse ha questa intenzione ma, per ora,
non intenda dichiararlo, lasciamo perdere, ma cerchiamo di capire, in
positivo, cosa vuol fare.
Partiamo però da una premessa: come
sindacalista, non è che abbia brillato. La Fiom è isolatissima rispetto
agli altri due sindacati metalmeccanici e dentro la Cgil, ha osservato
una linea d’azione con forme di lotta tutte esterne alla fabbrica ed al
ciclo produttivo, proclama scioperi che raccolgono adesioni al 2,5%, non
si dimostra capace di incidere sulla contrattazione e di ottenere
risultati. Personalmente detesto la Camusso ed il sindacato
“collaborazionista” o “semi collaborazionista” di questi anni, però non
posso fare a meno di osservare che, quando gli altri della Cgil lo
accusano di astrattezza e inconcludenza non hanno tutti i torti. Poi io
sono per il sindacato conflittuale, ma non è con i salotti televisivi
che lo si fa, anche se è giusto andare in televisione. Il “sindacato
d’opinione” non esiste. Soprattutto, la Fiom non è riuscita a dire
niente sulla crisi, salvo la solita lagna sterile sulle diseguaglianze
sociali, senza che questo si traducesse mai in una qualche indicazione
concreta di lotta.
Ricordo un dibattito di alcuni anni fa
alla Statale, qui a Milano, dove fu invitato un membro della segreteria
nazionale; si parlava di crisi: fu una esperienza assolutamente
imbarazzante, con il personaggio che non capiva un tubo di problemi
finanziari e che, non sapendo cosa rispondere agli altri relatori (c’era
il mio amico Massimo Amato, docente di economia), se la cavò con una
penosissima uscita sul fatto che lui parlava di cose concrete come “le
condizioni di lavoro in fabbrica, l’occupazione ecc.”, come se tutto
questo non fosse in relazione alla finanza che, evidentemente, gli
sembrava una cosa astratta e di cui non val la pena di parlare.
Landini me lo sono trovato personalmente
davanti in un paio di trasmissioni televisive, dove si parlava della
crisi economica (dovevamo essere nell’estate del 2010, era appena uscito
il mio libro sul 2012), e devo dire che non gli ho sentito dire una
parola sul merito della crisi e sugli obiettivi del movimento sindacale
in essa. Se tanto mi dà tanto…
Detto questo, non si pensi che non sia
interessato all’uscita di Landini che, al contrario, giudico promettente
e da seguire con attenzione. Solo che vorrei capire di che si tratta:
coalizione sociale fra chi? Personalmente sostengo da tempo che occorre
una grande alleanza del lavoro (dipendente, precario ed autonomo) contro
il potere finanziario. Landini che pensa? Con quali soggetti sociali e
con quali nemici da battere? Si parla di una coalizione sociale contro
il potere finanziario? Benissimo, ma allora cerchiamo di capire su quali
obiettivi muoverci. Cosa pensa Landini della prosecuzione dell’Euro?
Vogliamo fare la battaglia contro il Job Act: benissimo, ma come
intendiamo proteggere le nostre aziende dalla concorrenza dei paesi
emergenti? Come facciamo a contrastare Marchionne che minaccia di
smontare le fabbriche in Italia e portarle in Polonia o Argentina? Che
ne pensa della linea dell’auto imprenditoria giovanile?
Con quali forme di azione e di lotta
dobbiamo procedere? Manifestazioni di piazza come gli indignados o come i
forconi? Occupazioni di fabbrica? Forme di sciopero anomale?
Discutiamone.
Ma, soprattutto, con che forme
organizzative si esprime questa coalizione sociale? In una Cgil
trasformata? Una federazione di associazioni, gruppi, ecc? Una
coalizione elettorale?
In che rapporto dovrebbe essere questa
coalizione sociale con la rappresentanza politica? Darsi una propria
espressione elettorale o dialogare con le formazioni presenti (Sel,
Rifondazione, sinistra Pd ecc.)? E, in questo secondo caso, pensa di
poter evitare un confronto con il M5s che, piaccia o no, è la maggiore
aggregazione di opposizione esistente?
E, poi, da dove cominciamo? Una campagna
referendaria, uno sciopero generale, uno sciopero fiscale, una campagna
d'informazione, la costruzione di un sito o di un giornale?
Insomma, per ora, la proposta mi sembra
una scatola vuota e verrebbe da dire “fumo bertinottiano in salsa
ingraiana”, ma preferiamo vedere il mezzo bicchiere pieno: Landini, se
non altro, ha il merito di aver lanciato il sasso nello stagno agitando
le acque e di averlo fatto scavalcando i soliti leaderini di Sel,
Rifondazione ecc. Ed, allora, va bene, apriamo il dibattito trovando le
sedi adatte e che Landini ci dia una prima traccia di discussione.
Laicamente e seriamente.
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