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26/02/2016

Roma. Una indigestione di centrali nocive ed inquinanti

Come per Rocca Cencia (VI Municipio di Roma), dove vogliono costruire un biodigestore per il trattamento di oltre 400.000 tonnellate di rifiuti l’anno, quatti, quatti e senza informare i cittadini, il Comune di Roma e il Dipartimento, con la convocazione della Conferenza dei Servizi, volevano approvare il progetto di un altro biodigestore al km 21 della Via Laurentina, vicino alla “Zolforata”, per sversare 240 mila tonnellate annue di rifiuti organici della Capitale.

Per capire dove vogliono istallarlo, riporto un estratto di un articolo di Marco Antonini (naturalista):
Uno dei geositi più interessanti del Lazio che insiste all’interno della riserva di Decima-Malafede. Si tratta di un’area caratterizzata da fenomeni naturali legati alla presenza di zolfo, di emissioni gassose e di acque fortemente mineralizzate, che danno luogo ad un paesaggio assolutamente unico. La presenza di un grande lago dalle acque colorate dai solfobatteri, di altri laghetti più piccoli caratterizzati da emissioni gassose che danno luogo a piccoli geyser, le pareti colorate dai minerali, rendono l’area affascinante dal punto di vista paesaggistico. L’area è anche molto significativa dal punto di vista floristico a causa della presenza di una particolare specie, l’Agrostis canina subsp Montelucci, una pianta endemica del territorio Italiano, che qui forma estese praterie, abitate anche da una avifauna tipica delle steppe, con specie rare. La Zolforata è molto importante anche dal punto di vista storico-archeologico, in quanto citata nell’Eneide come sede di un antichissimo culto legato al dio Fauno, venerato in una grotta, tuttora esistente, dove gli antichi pastori del Lazio arcaico si recavano a fare offerte ed avere visioni.
Analizzando gli elaborati progettuali, si evince che l’area dove verrà realizzato l’impianto ricade parzialmente all’interno dei confini della riserva, interessando sia una parte del grande lago, sia la zona dei laghetti dei geyser e sia le spallette boscate che li sovrastano.

Che cos’è un biodigestore? Si tratta di una grande vasca nella quale vengono lasciati marcire scarti alimentari utilizzando dei “batteri digestivi” appositamente immessi per accelerare il processo. Da questo processo si ottiene il metano, che viene poi successivamente bruciato per produrre energia termica o elettrica.

Gli effetti negativi:

1) non è un dispositivo ad impatto zero, perché i miasmi e i gas nocivi si andrebbero ad aggiungere alla puzza già prodotta dal Trattamento Meccanico Biologico (TBM);

2) provoca l’aumento dell’inquinamento acustico, sia per il continuo andirivieni dei camion che trasportano i rifiuti, sia per quanto riguarda la sua apparecchiatura;

3) danneggia la salute, dato l’aumento di patologie in corrispondenza di tali strutture, come i tumori, le malattie tiroidee e le allergie infantili.

4) altera e distrugge il nostro Ecosistema per la presenza di prodotti di scarto come l’ammoniaca;

5) la contaminazione delle falde acquifere, provocherebbe un irrimediabile disastro ambientale.

Per fare un esempio,  non dobbiamo andare molto indietro con il tempo. Difatti, il 10 febbraio 2016 si è verificato un grave incidente nella centrale turbogas di Aprilia, nella quale un incendio ha provocato la fuoriuscita di parte dell’olio dielettrico. La causa è stato il malfunzionamento di un componente elettrico dell’alternatore della turbina che determinando un anomalo innalzamento della tensione di alimentazione del trasformatore, con il conseguente surriscaldamento ed innesco dell’olio di isolamento contenuto in una sezione dello stesso trasformatore, ha provocato la fuoriuscita di circa 1500-2000 litri di olio dielettrico, che si sono riversati sul terreno, inquinandolo, con seri pericoli di infiltrazione e danneggiamento delle falde acquifere sottostanti.

Di giorno in giorno aumenta il numero delle falde freatiche inquinate per sversamenti di rifiuti sul suolo e nel sottosuolo. Il percolato delle discariche è un veleno micidiale che penetra e si espande nel sottosuolo distruggendo le falde e anche quando si cerca di proteggerle con barriere (polder), serve una continua attenzione per controllare la loro tenuta, come sanno tutti i cittadini che abitano vicino alla quarantennale mega-cloaca-discarica di Malagrotta.

Dobbiamo contrastare e fermare ad ogni costo, chi diffonde nocività a scapito dalla salute di tutte/i, siano i Governi o le Amministrazioni Locali, a cominciare dal “RottamaItalia”, con i suoi nuovi 9 inceneritori.

Per concludere una ulteriore nota dolente: il Governo sta disarticolando le Istituzioni Pubbliche che dovrebbero fare i controlli come  il Corpo Forestale dello Stato che  è stato soppresso e anche la Polizia Provinciale sta facendo la stessa fine, sul ridicolo numero degli ispettori, caliamo un velo pietoso.

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