A giudicare dalle candidature che iniziano a profilarsi il panorama è decisamente deprimente:
Torino, forse è quella che sta messa meglio: Fassino non è proprio l’ideale ma è il meno peggio che il Pd possa offrire, il M5s ha una candidata dignitosa anche se non celeberrima, a destra un candidato senza infamia e senza lode;
Bologna: calma piatta con il ricandidato Merola per il Pd, Max Bugani per il M5s (dopo un bel po’ di sbranamenti interni), centro destra non pervenuto;
E sin qui siamo alle situazioni migliori, poi iniziano i dolori:
Milano: c’è un candidato di destra per la destra (Parisi), un candidato di destra per il Pd (Sala), praticamente nessuno per il M5s, mentre la sinistra trova modo di perdere tempo ma forse sta trovando il nome giusto (così almeno uno da votare c’è). La cosa più divertente è Sinistra Italiana che avrebbe dovuto sorgere dall’unione fra fuoriusciti del Pd e Sel e che già alla prima prova si divide fra i cacciatori di assessorati di Sel (dietro la maschera del “continuare l’esperienza della giunta Pisapia”, mentre tutti ridono) e l’altra componente che sembra andare verso il polo di sinistra;
Napoli: De Magistris si ripresenta per i fatti suoi, nonostante l’esperienza passata non proprio strepitosa, il Pd è diviso fra Bassolino e l’assessore regionale Valeria Valente (direi meglio il primo, ma è un po’ una minestra riscaldata), la destra si orienta per ripresentare Lettieri già sconfitto 5 anni fa, il M5s non pervenuto e non si capisce niente di cosa bolle in pentola, anche se già fioccano espulsioni;
E, infine il disastro peggiore: Roma. Il Pd, salvo una qualche farsa di primarie, mette in campo nientepopodimeno che un gigante della statura di Giachetti (!!!!), poi forse si ricandida Marino, memore dei successi di pubblico e di critica riscossi nell’ultimo triennio, la destra, dopo una infinità di oscillazioni, sembrava aver trovato un candidato in Bertoslaso (detto anche “la catastrofe dopo il terremoto”), ma è già tornato sui suoi passi; si conferma la candidatura indipendente di Marchini (che sarebbe stato un decente candidato per il centro destra, e che avrebbe avuto ottime chances di vincere al secondo turno, ma che così dubito arrivi al ballottaggio; la sinistra candida Fassina che temo abbia poche possibilità di imporsi su un palcoscenico così affollato; Storace si presenta per l’estrema destra. Il M5s ha scelto sei candidati di cui alcuni assolutamente sconosciuti, ma con un paio apprezzabili anche se non certamente noti come Di Battista.
Come dire che, salvo il M5s (che ha speranza di superare il 25%) gli altri sgomiteranno sotto il 20% per arrivare al ballottaggio. Mai vista una frammentazione del genere.
Insomma, uno specchio abbastanza fedele della decadenza della politica al tempo della Seconda Repubblica. Qualche candidato decente c’è, anche se mai entusiasmante, ma il quadro generale è da depressione acuta. Un bel panorama di cui a Napoli direbbero: “E co stu mare annanze e stu sciardino arreta, cameriè: Acqua ed anice ed una foto a colori formato gabinetto”.
D’altra parte, dopo 25 anni di morte della politica, di chiacchiericcio televisivo, di assenza di luoghi di formazione della cultura politica e del personale di governo, cosa ci si poteva aspettare? So che molti storceranno il naso, ma è ora di dirci che questo disastro è stato prodotto da Mani Pulite. Certamente, non ignoro che quella che venne decapitata era una classe politica di ladri impresentabili, che ebbe colpe gravissime, che pose le premesse per la piaga del debito pubblico che oggi ci affligge, ma aveva un livello di competenza imparagonabile a quello delle attuali macchiette che affollano lo scenario politico. Questi in media (e con l’eccezione del M5s e di Rifondazione e simili) sono non meno ladri dei loro predecessori ma di una ignoranza imbarazzante. Quella classe politica andava rimossa e sostituita, ma per via politica, rigenerando i partiti e imponendo una nuova rappresentanza.
L’incapacità della società civile di fare questo e la scorciatoia giudiziaria sono stati alla base di questo disastro epocale e ci troviamo alla piena decadenza del paese.
E la seconda repubblica è arrivata alla frutta ma non sa neppure morire. L’emblema è proprio l’uomo simbolo della seconda repubblica, Berlusconi che ormai è un cadavere politico ma che non vuole assolutamente uscire di scena. La destra è condannata a disintegrarsi soprattutto perché si presenta con la faccia di un cadavere come Berlusconi e di un troglodita come Salvini.
Ma, il Pd è moralmente e politicamente più spregevole, la sinistra offre poco ed il M5s si ostina a non correggere i suoi errori di fondo. Non so cosa attende questo povero paese nei prossimi anni...
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