Sono un uomo molto sfortunato: mai nessuno che, a mia insaputa, mi
paghi il mutuo, anche una sola rata, mai uno che mi abbia beneficiario
di una polizza vita, mai uno che mi metta una busta piena di soldi sotto
la fessura della porta... Certe fortune capitano solo agli altri. Ma, bando alle tristezze, e veniamo al merito.
Che Romeo abbia fatto una polizza vita a favore della Raggi e di
altri attivisti romani del M5s, senza informarne i beneficiari, è
tecnicamente possibile, ma che senso ha?
Sembra (stando ai giornali) che Romeo avrebbe dichiarato come causale
il fatto di aver avuto una relazione con la Raggi (così come aveva
fatto con una sua ex fidanzata), poi avrebbe smentito parlando di stima.
Ma che strano modo di esternare la stima e, soprattutto, che c’entrano
gli altri attivisti del M5s? Ha avuto relazioni o stima anche per loro? E
a me nessuno mi stima? Ma che modi!
Dunque, tutto lascia pensare che, pur se il
contratto non prevedeva la controfirma della beneficiaria, l’interessata
ne fosse perfettamente al corrente, anche se non ci sono prove di ciò.
Lei ha smentito così come ha detto tante altre cose poi rivelatesi non
proprio vere (a proposito: siamo sicuri che si chiami davvero Raggi?
Mha!?).
La prima spiegazione di questo attacco inconsulto di generosità sarebbe uno scambio:
Romeo dà, in questa forma, una certa somma alla Raggi per avere la
nomina poi avuta e recuperare lautamente la cifra investita. Ma perché
con una polizza vita? In effetti, ci sono polizze vita che, in realtà, non sono tali,
ma che, dopo un po’ di anni, sono riscattabili ed hanno il vantaggio
di una minore imposizione fiscale e, soprattutto, minori controlli. Per
cui, dopo un periodo fissato contrattualmente, vengono riscattate e
producono liquidità. A quel punto la cifra, maggiorata dagli interessi,
può essere riscossa e versata al beneficiario.
Va bene, ma perché fare questo giro complicato e non dare
all’interessata la somma in questione dopo aver intestato la polizza ad
un familiare? Peraltro pare che oltre quelle citate, Romeo avrebbe
sottoscritto altre polizze per beneficiari diversi (e per ora non
identificati) presso altre 4 compagnie.
La spiegazione dello “scambio corruttivo”, messa così, non regge. Naturalmente, ora si possono fare solo supposizioni, essendo in corso le indagini.
Allora, prendiamo in considerazione un altro scenario,
(per carità: solo una ipotesi, come se stessimo scrivendo un racconto
giallo): in questo canovaccio, Romeo sarebbe solo il cassiere di un
gruppo interno-esterno al M5s romano (ovviamente, senza che gran parte
del movimento stesso sia al corrente dell’esistenza di questa curiosa
corrente) e che quelle somme (e forse altre ancora) siano state il
frutto di generose sottoscrizioni di chi ha sostenuto la campagna della
futura sindaca. C’è un tesoretto che in qualche modo occorre far
fruttare, mettere al sicuro e, nello stesso tempo, sottrarre a controlli
troppo invadenti. La formula delle polizze vita consente sia di
ottenere interessi non gravati da eccessivi oneri fiscali e controlli,
sia di frazionare la somma, intestandola a vari beneficiari appartenenti
al gruppo e, il tutto, in una forma plausibile (una forma di
assicurazione) e di cui gli interessati, all’occorrenza, possono
sostenere di non saper nulla.
E’ solo un’ipotesi investigativa ma merita di essere considerata,
anche perché spiegherebbe l’origine delle somme non piccole a
disposizione di Romeo che non risulta essere un milionario in Euro.
Se questa ipotesi venisse confermata, andrebbe considerata insieme ad altre evenienze come la questione, riaffiorata del dossier farlocco contro De Vito,
che alcuni vorrebbero sia stato confezionato da Marra. E qui una
riflessione si impone: per come conosco il mondo del M5s, quella del
dossier avvelenato è una idea che non fa parte della mentalità del
gruppo. Il grillino tipo non pensa ad uno strumento del genere per
sbarazzarsi di un avversario interno e non lo saprebbe nemmeno fare.
Peraltro, buona parte dei componenti del “raggio magico”
sono grillini dal 2013, cioè da quando il M5s ha avuto successo, e si
sono mantenuti, per qualche tempo, grillini nascosti, salvo emergere in
prossimità della crisi della giunta Marino.
Aggiungiamo che Virginia Raggi, non solo ha imprevedibilmente scelto
uomini e donne della passata gestione per il suo cerchio ristretto di
collaboratori (Muraro e Marra in primo luogo), ma non ha mai dato una
motivazione soddisfacente di queste scelte, come se non ci fossero altri
al mondo.
A questo punto tocca prendere in considerazione un’ ipotesi, forse non vera, ma che non può essere ignorata: che il M5s sia stato vittima di una infiltrazione che ha falsato la scelta del candidato sindaco,
preparando quanto è poi accaduto. E bisogna capire se tutto sia stato
solo opera di un gruppetto di arrivisti imbroglioni, o se dietro di loro
hanno operato forze ben più rilevanti, quel mondo degli affari romano
tanto vicino ai servizi ed a certi settori della Curia. Può darsi che
così non sia, ma il movimento ha il dovere di scavare e capire se non
sia stato così.
Al posto di Grillo, previa sospensione dal movimento della
sindaca, costituirei una commissione di indagine interna per capire cosa
sia successo e prendere le misure conseguenti.
Non si tratta di indagare sui reati (quello è compito della
magistratura) ma sulle dinamiche politiche che hanno portato a questa
situazione e magari scoprire che il movimento è stato vittima di una
manovra politica assai sporca.
Grillo, invece, ha scelto la strada della difesa ad oltranza della
sindaca, anche contro una bella fetta del movimento, senza capire che
quella della giunta Raggi è una battaglia persa sin dal 16 dicembre. Il
colpo di grazia potrebbe venire dalle dichiarazioni di Marra o forse da
un processo per direttissima con condanna o forse dall’emergere di un
nuovo scandalo, ma quello che appare sicuro è che la Raggi sta andando a
schiantarsi. Altro che scadenza al 2021.
A questo punto direi che ormai è chiaro che da Roma arriveranno
pessime notizie ogni settimana, sino al botto finale. Quale via di
uscita ci si immagina che possa esserci?
Io mi preoccuperei più del buon nome del Movimento che della sorte della Raggi. La testardaggine, anche quando si accompagna alla generosità, è una pessima consigliera e può far danni incalcolabili.
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