Il vice ministro Morando a nome del governo ha posto fine ai tentativi, anche da parte della maggioranza parlamentare, di fermare la folle corsa al rialzo dell’età pensionabile, a breve a 67 anni e poi fino e oltre i 70. In realtà già le burocrazie del sistema, Boeri e Ragioneria dello Stato, avevano posto il veto, gli equilibri raggiunti non si toccano, anche se essi sono una catastrofe sociale ed umana.
È la UE che lo vuole, o meglio è quello che i governi italiani hanno venduto alla Commissione Europea per avere l’approvazione dei bilanci. Si sa che un massacro pensionistico nell’Europa delle banche è un assai apprezzato segno di rigore contabile, la Grecia ha addirittura ridotto le pensioni in essere. Noi non ci siamo ancora arrivati, ma non ci sarà molto da attendere, il paese ellenico è solo la cavia per le misure che si applicheranno poi a tutti i PIIGS.
La cosa più ridicola è che nello stesso tempo in cui dice no a fermare la folle crescita dell’età della pensione, il governo annuncia misure per ridurre la disoccupazione giovanile. Che si ridurrebbe automaticamente se si potesse andare in pensione prima. Siccome questo non si può fare perché la UE non vuole, si daranno incentivi per assumere giovani, che o non serviranno a nulla, o comporteranno licenziamenti di sostituzione di anziani, troppo vecchi per lavorare ma troppo giovani per la pensione. Papà ho trovato un posto... scusa è il tuo!
A proposito, tutto questo avviene mentre si celebrano i fasti della ripresa, che avrebbe dovuto liberarci automaticamente dalle politiche di austerità, che invece restano in pieno. E la pensione a 70 anni ne è la bandiera, la bandiera blu stellato della UE.
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