Continua ad avanzare l’esercito siriano nella provincia orientale di
Deir Ezzor occupata dall’autoproclamato Stato islamico (Is). Ieri,
scrive l’Osservatorio siriano per i diritti umani vicino
all’opposizione, le truppe del presidente Bashar al-Asad sono penetrate
per 13 chilometri nella zona sud-ovest della regione ricca di petrolio
partendo dalla cittadina di Sukhnah. Proprio nell’estesa area desertica
di Badia che separa Damasco da Deir Ezzor, da maggio l’esercito siriano,
con il supporto aereo russo, sta conducendo una vasta campagna militare
nel tentativo di liberare il nord est del Paese dal
2014 sotto occupazione del “califfato”. Con la “capitale” siriana
dell’Is Raqqa prossima a cadere, l’obiettivo di al-Asad è
liberare la parte orientale della Siria così da mettere al sicuro il
confine con l’Iraq e porre definitivamente fine all’assedio degli uomini
di al-Baghdadi alla città di Deir Ezzor che dura da tre anni.
I progressi compiuti ieri da Damasco sono diretta conseguenza
di quelli realizzati qualche giorno fa nell’area centrale della Siria
che si estende tra le cittadine di Sukhna e Shaer. Giovedì
l’esercito aveva riferito di aver preso possesso di una zona di circa
2.000 chilometri quadrati proprio nella regione desertica di Badia da
dove ieri è partita l’avanzata. A Deir Ezzor potrebbero
intervenire “nel giro di qualche settimana” anche le Forze democratiche
siriane (Sdf) a maggioranza curda e sostenute dagli Stati Uniti. A
dirlo alla Reuters è stato il capo del consiglio militare della città,
Ahmed Abu Khawla. La scorsa settimana Khawla, che può fare affidamento
su circa 4.000 combattenti per lo più arabi, aveva già riferito che i
piani per l’assalto a Deir Ezzor sono pronti e che la sua unità ha già
“liberato diverse cittadine”.
Mentre si combatte ad est, nell’ovest della Siria al confine con il Libano è stato annunciato un temporaneo cessate il fuoco.
La notizia è giunta nelle ore in cui l’ufficiale dell’esercito libanese
Abbas Ibrahim annunciava il ritrovamento dei resti di otto soldati
libanesi catturati tre anni fa da gruppi jihadisti. Ibrahim ha poi
precisato che sei dei cadaveri sono stati trasportati all’ospedale
militare di Beirut per determinare le identità delle vittime mentre le
operazioni per il recupero degli altri corpi continuano. Manca
all’appello solo un soldato il cui destino non è al momento chiaro.
L’individuazione dei resti dei soldati, parte dell’accordo di cessate il fuoco tra l’esercito e i jihadisti, giunge
a una settimana dall’inizio della campagna militare lanciata da Beirut
per porre fine alla presenza dei miliziani dell’Is nella regione
montagnosa a confine tra il Paese dei Cedri e la Siria.
Un’operazione che, affermano fonti militari, ha già prodotto la
“bonifica” di 100 chilometri quadrati dalla presenza degli estremisti
islamici. L’intesa raggiunta tra le parti prevede anche il trasferimento
dei jihadisti e dei loro familiari dell’area nella provincia di Deir
Ezzor.
Ai combattimenti per la liberazione del confine siro-libanese dalla
presenza jihadista stanno partecipando dal territorio siriano di Qalamun
anche i libanesi sciiti di Hezbollah alleati di Damasco (Beirut, però,
nega qualunque coordinamento con loro). Ieri è stato anche il “partito
di Dio” a confermare lo stop agli scontri in modo da permettere
l’implementazione dell’intesa.
La sorte dei 30 soldati e poliziotti libanesi catturati nel
2014 da miliziani collegati ad al-Qa’eda e Is ha molto scosso l’opinione
pubblica del Paese dei Cedri in questi anni causando in
diverse occasioni proteste e blocchi stradali da parte dei familiari
degli ostaggi. I militari furono rapiti durante l’assalto qa’edista e
dello Stato Islamico alla cittadina Arsal (a confine con la Siria) in
quello che è stato tra i più gravi sconfinamenti della guerra civile
siriana in Libano. Quattro militari furono uccisi dai miliziani e un
quinto morì per le ferite riportate. Sedici furono poi rilasciati in uno
scambio di prigionieri raggiunto nel dicembre 2015.
Resta tesa la situazione in Iraq dove stamattina un’autobomba
è esplosa in un mercato affollato nel distretto di Sadr City, nella
zona orientale di Baghdad. Il primo bilancio fornito dalle
autorità locali parla di sei persone morte. L’attentato, al momento non
ancora rivendicato da nessun gruppo ma molto probabilmente compiuto
dall’Is, giunge mentre appare ormai prossima la fine dell’occupazione
jihadista della cittadina settentrionale irachena di Tal Afar.
Nessun commento:
Posta un commento