Questa mattina decine di poliziotti sono tornati in piazza Indipendenza per cercare di sgomberare le famiglie accampate nei giardini della piazza dopo lo sgombero del palazzone dei giorni scorsi e le donne con i bambini a cui era stato consentito di rientrare nel palazzo in quanto non sapevano dove metterli.
Nonostante il palese fallimento di una strategia di sgomberi di occupazioni abitative senza soluzioni alternative che non fosse la strada, oggi le autorità sono tornate ad accanirsi contro i senza casa – soprattutto rifugiati eritrei e somali – che si erano accampati nei giardini di Piazza Indipendenza non avendo altro posto dove andare.
Questa mattina però la gente ha opposto resistenza, sia nella piazza che dal palazzone dove erano state sistemate le donne con i bambini creando una situazione di stallo e costringendo le autorità alle trattative. Le donne hanno calato uno striscione dal 1 piano con su scritto: “Non siamo terroristi vogliamo una casa per vivere”.
Da segnalare anche le “modalità militari innovative” adottate dalle cosiddette “forze dell’ordine”, che hanno bloccato la circolazione nell’area del palazzo occupato per poter meglio “operare” senza troppi cittadini-testimoni tra i piedi. Una modalità che appare decisamente figlia dei due “decreti Minniti” (uno sul “decoro urbano” e uno su-contro i migranti), così come la follia notturna di Santa Giulia a Torino e le prove di “scioglimento degli assembramenti” in diverse piazze della movida romana.
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Questo è oggi:
All’alba di questa mattina, dopo il fallito blitz di ieri che aveva incontrato la resistenza delle famiglie di rifugiati sgomberate e sistematesi nei giardini di piazza Indipendenza, la polizia ha eseguito un violento sgombero della tendopoli. Sono stati usati gli idranti. Per sistemare le persone sgomberate il Comune propone temporaneamente 80 posti in una struttura a Torre Maura e 60 fuori Roma, ma le persone rimaste senza un tetto sono centinaia.
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