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22/08/2017

Ischia. “Morire per un terremoto così è assurdo”

Due morti e 39 feriti, è questo il bilancio provvisorio del terremoto che ha colpito ieri sera l’isola di Ischia intorno alle 21. La Rete Sismica dell’Osservatorio Vesuviano ha ricalcolato i parametri con una magnitudo pari a 4.0. Gli sfollati sono circa 2.000 a Casamicciola e 600 a Lacco Ameno, in tutto circa 2.600, ha riferito il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli,

Con l’epicentro nel mare al largo di Forio d’Ischia, a circa 10 km di profondità e magnitudo 4, lascia perplesso come un terremoto di tale magnitudo possa provocare danni e vittime nel nostro Paese, “è possibile che la magnitudo possa essere stata leggermente sottostimata ma, ripeto, è francamente allucinante che si continui a morire per terremoti di questa entità”. Ad affermarlo all’agenzia Askanews è Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Il nostro Paese si conferma estremamente vulnerabile, non ci facciamo mancare niente dal punto di vista dei rischi geologici, non solo rischio sismico, ma anche vulcanico e idrogeologico. Ora sarebbe facile parlare dei ritardi della ricostruzione in Italia centrale, della necessità di accelerare interventi e azioni, ma quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione”, sottolinea il presidente dei geologi.

Sono circa circa 21,5 milioni gli abitanti che in Italia risiedono in zone ad elevato rischio sismico. Le abitazioni interessate sono 12 milioni, secondo vari studi e ricerche prodotti negli ultimi anni. Per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare italiano le stime sui costi spaziano da 6 a 850 miliardi di euro in funzione dell’ampiezza degli interventi. Costi sociali che risultano comunque inferiori ai danni provocati dai terremoti (senza contare il prezzo inaccettabile di vite umane).

La protezione civile ha calcolato in quasi 150 miliardi di euro i danni diretti degli eventi sismici negli ultimi 40 anni. L’ordine degli ingegneri ha stimato oneri per 121 miliardi tra il 1968 e il 2014 con una media di 2,6 miliardi l’anno. Uno studio dell’Ance (associazione dei costruttori) indica i 3,5 miliardi l’anno i costi per la mancata prevenzione. Anche il Cresme un anno fa ha realizzato una mappa sul rischio sismico indicando che la quota più consistente di edifici esposti al rischio ha un uso prevalentemente residenziale, pari a 12,9 milioni di unità, mentre gli edifici per le attività produttive sono quasi 991mila, di cui 213mila in zona sismica 1 e 778mila in zona 2.

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