La Repubblica Democratica Popolare di Corea ha proceduto nelle prime ore di ieri a un test missilistico, lanciando un razzo balistico a medio raggio Hwasong-12. Il missile, scrive oggi KCNA, “ha attraversato il cielo sopra la penisola Oshima di Hokkaido e capo Erimo del Giappone, lungo la traiettoria prevista e ha colpito esattamente le acque prefissate del Pacifico settentrionale”, dopo una corsa di circa 2.700 km, aggiungendo che il razzo, volando a una quota di 550 km, non ha impattato sulla sicurezza di Paesi vicini.
Immediata la reazione internazionale: dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, chiamato già ieri a esprimersi da Donald Trump e dal premier giapponese Shinzo Abe; alla rappresentante USA all’ONU, Nikki Haley, che ha detto che “è accaduto qualcosa di serio. Il troppo è troppo”. “Assoluta condanna” da parte inglese, slovacca, filippina, australiana, ecc. il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha ribadito che Pyongyang dovrebbe rispettare pienamente le risoluzioni ONU; l’omologo cinese Hua Chunying ha suggerito “a tutte le parti di studiare con calma e minuziosamente le relative risoluzioni” ONU, aggiungendo che esse consistono in almeno due parti: frenare lo sviluppo nucleare e missilistico della RDPC e riprendere i colloqui a sei – RDPC, Cina, Giappone, Russia, Corea del Sud e USA – per la completa denuclearizzazione della penisola coreana, intendendo con ciò anche la questione del sistema americano THAAD in Giappone e Corea del Sud, osteggiato da Pechino e da Mosca.
Le reti televisive mondiali hanno riferito dell’unanime condanna per “l’ennesima provocazione” e la minaccia “senza precedenti” nordcoreana. Il “quotidiano comunista” nostrano scrive oggi di “una tra le più gravi provocazioni di Pyongyang nella storia recente”. Il TG2, enfatizzando la “ferma presa di posizione” dell’italico Ministro degli esteri, il quale ha “espresso la più ferma condanna da parte dell’Italia”, ha notato di sfuggita che proprio nelle stesse ore della “provocazione”, le Forze di “autodifesa” giapponesi effettuavano esercitazioni con missili “Patriot” di fabbricazione statunitense; mentre alcuni F-15 sudcoreani facevano prove (reali) di bombardamenti terrestri su propri poligoni nelle vicinanze della frontiera nordcoreana.
In questo caso, il TG2 non ha parlato di provocazioni: non lo prevede il palinsesto delle manovre “Ulchi-Freedom Guardian” (UFG) in Corea del Sud, che simulano l’invasione della RDPC. Soltanto Xinhua riporta le dichiarazioni nordcoreane, secondo cui il test di ieri rappresenta appunto la risposta alle manovre UFG, cui prendono parte 17.500 marines USA, reparti sudcoreani, britannici, australiani, canadesi, colombiani, danesi, olandesi e neozelandesi, per un totale di oltre 50.000 soldati.
Tantomeno si è parlato di provocazione – anzi, non se ne è parlato affatto – riguardo all’annuncio diramato ieri dal Ministero dell’energia USA dei test, condotti all’inizio del mese nel deserto del Nevada dall’aviazione yankee, della nuova bomba atomica B61-12. L’ordigno, (il “12” sta per la dodicesima modifica dal 2015) privo di testata nucleare, è stato sganciato da un F-15E, per verificarne le capacità di trasporto con tale velivolo. Il test rientra nel programma di estensione della durata di servizio della B61-12, dopo la prima prova condotta in marzo. La B61-12, considerata l’arma principale delle forze nucleari strategiche USA, può essere adattata ai velivoli B-2A, B-1B, F-15E, F-16C/D, F-16 MLU, F-35 e PA-200.
Balalaika.ru nota che la principale novità risiede nella possibilità di trasporto da parte di un caccia – gli USA ne possiedono migliaia – e non di un bombardiere pesante. Adottata nel 1968 al posto della B53 (di 9 megatoni), la B61 era molto più compatta: 320 kg, lunghezza 3,5 m e diametro 33 cm, aveva una potenza da 0,3 a 340 kilotoni. 180 di tali esemplari sono tuttora stivati nelle basi USA in Europa, in Germania e Italia. Il nuovo modello (circa 50 kilotoni, precisione sull’obiettivo entro i 30 metri, più preciso sistema di controllo e navigazione) può essere agganciato alle ali di aerei supersonici e utilizzata in conflitti “a bassa intensità”.
Il fatto di dover essere portata da un velivolo – a differenza dei missili – la rende naturalmente vulnerabile: ad esempio, dai sistemi missilistici S-300 e S-400 russi; ma non esposta, notano gli esperti russi, alla reazione di paesi non in grado di minacciare l’aviazione tattica e strategica USA, come la Corea del Nord, ad esempio, che dispone solo di vecchi sistemi sovietici S-75, S-125 e S-200. Altri esperti vedono una minaccia per la stessa Russia, in relazione alle continue manovre militari ai confini del paese e alle modificazioni apportate alle basi aeree nei Paesi baltici, in grado di accogliere l’aviazione tattica NATO; anche in questo caso, tuttavia, i sistemi “Iskander-M” possono annullare la minaccia della B61-12.
D’altronde, si può capire la reticenza del TG2 a parlare di “provocazione USA”: questa della B61-12 non era in fondo una vera “notizia”: tra le 6.800 testate nucleari USA, bomba più, bomba meno! Il mondo è pieno di tali provocazioni. Washington dispone di missili balistici con base a terra, della categoria “Minuteman-III”, in grado di portare fino a 3 testate di 350 kilotoni a una distanza di 13.000 km (in pratica: coprono ogni angolo della terra). La Russia ha 7.000 testate atomiche, montate su razzi R-36M2 “Voevoda” (con la più lunga gittata al mondo: 16.000 km) in grado di portare 10 testate di 750 kilotoni; possiede inoltre razzi RT-2PM2 “Topol-M” (11.500 km di gittata; 1 testata di 500 kilotoni) e RS-24 “Jars” (12.000 km; 4 testate di 300 kilotoni). La Cina dispone di 270 testate atomiche, portate da missili con gittata di 11.700, 13.000 e 15.000 km. L’India ha 130 testate, con missili di gittata di 8.000 km. Israele ha 80 testate e razzi “Jericho 3”, con gittata di 6.500 km, una testata di 400 kilotoni. Francia e Gran Bretagna, non dispongono di missili nucleari con base a terra: sono tutti stivati a bordo di sommergibili.
La RDPC ha oggi 20 testate (sulla cui potenza non ci sono dati certi) portate da razzi con 10.000, 11.500 e 15.000 km di gittata. RIA Novosti parla di razzi a corto raggio Hwasong-11, Hwasong 5,6,9, Hwasong-7 a medio raggio, Polaris-1 da sommergibili, Polaris-2 e Musudan a medio raggio, per lo più in fase di sperimentazione e missili balistici intercontinentali, di cui però non si hanno dati precisi. RIA Novosti nota anche come “i missili balistici della RDPC possano in futuro portare testate nucleari”; al momento, tuttavia, “non ci sono conferme che la Corea del Nord produca testate adatte a essere utilizzate da tali missili”.
La “provocazione” è dunque più che evidente. E, in assoluto spregio alle sanzioni che gli Stati Uniti, per il bene mondiale, hanno voluto che venissero adottate dalle Nazioni Unite e infischiandosene del comune sentire pacifista delle forze americano-televisive del mondo libero, Kim Jong Un ha aggiunto ieri provocazione alla provocazione ai danni della comunità telespettatrice mondiale: ha imposto alla propria consorte di partorire il terzo figlio. Non pago di far fucilare con la contraerea ministri e sottoministri, far sbranare dai cani parenti diretti e acquisiti, facendoli poi ricomparire vivi e rubizzi e sparigliando in tal modo ogni programmazione televisiva, il feroce dittatore si è posto l’obiettivo di moltiplicare così incessantemente il numero dei propri sudditi, che, in un futuro molto prossimo, a turno e a ritmo H24, minacceranno i palinsesti delle più oculate reti TV democratico-occidentali e a loro volta daranno alla luce sempre nuovi sudditi, moltiplicando a ritmo algebrico il numero delle minacce e delle provocazioni alla democrazia.
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