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10/08/2017

Venezuela. Solo Usa, “cani fedeli” e stampa italiana non si arrendono

Questo articolo compare in contemporanea su Contropiano e L’Antidiplomatico.

Un fact-checking sull’articolo di oggi dell’ANSA che vi fornirà molte risposte.

Proprio nella notte italiana arriva l’ennesima conferma che aveva ragione Maduro. I media italiani non possono scriverlo chiaramente, cadrebbero mesi di menzogne sul Venezuela. Ma aveva ragione Maduro. Gli otto milioni di venezuelani che hanno votato per la Costituente, sfidando il terrorismo e le violenze delle destre, hanno aperto la breccia della pace. Proprio ieri vi riportavamo come le destre avessero accettato tutte, perfino i più estremisti come Voluntad Popular, il calendario elettorale e ritirato le violenze.

Nella notte italiana abbiamo avuto un’ulteriore conferma perché uno dei leader dell’opposizione, Leopoldo Lopez, in carcere perché l’ex Fiscal Luisa Ortega lo ha considerato responsabile dei crimini commessi nell’altro tentativo violento di destituzione del governo legittimo (febbraio 2014, all’epoca morirono 43 persone), ha accettato attraverso una lettera inviata al Presidente Maduro di sottomettersi alle decisioni della Commissione della Verità, prima decisione presa dalla Costituente. Maduro lo ha annunciato nel corso di un summit dei paesi dell’Alba.

Ma veniamo alle noti dolenti. Parliamo dell’“informazione” italiana. Vi vogliamo riportare un ampio stralcio di quello che l’Ansa presenta oggi per descrivere la situazione in Venezuela.
La Costituente, infatti, è stata già respinta e dichiarata illegittima dall’opposizione venezuelana, ma anche da Unione Europea, Stati Uniti e un blocco di 13 paesi del continente americano, riunitisi ieri per un vertice d’emergenza a Lima. In una dichiarazione comune, Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costarica, Guatemala, Honduras, Giamaica, Messico, Panama, Paraguay e Perù hanno denunciato “l’interruzione dell’ordine democratico” a Caracas ed espresso il loro “pieno appoggio e solidarietà all’Assemblea nazionale”.

Nelle stesse ore, a Caracas il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, presiedeva una riunione dell’Alleanza bolivariana dei popoli (Alba) durante la quale ha denunciato che a Lima si è creata una “congiura” contro il suo Paese, lanciata da un gruppo di governi che “seguono gli ordini dell’imperialismo americano per continuare ad aggredirci”. Il governo di Maduro ha ottenuto così l’appoggio e la solidarietà di Cuba, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, El Salvador, Suriname e un pugno di piccole nazioni dei Caraibi. La situazione, dunque, resta quella di un sostanziale stallo internazionale, con le stesse prese di posizione che hanno bloccato finora ogni possibile risoluzione sulla crisi venezuelana all’interno dell’Organizzazione degli stati americani (Osa), che riunisce tutti i paesi del continente tranne Cuba. Nel frattempo, però, a Caracas la situazione si aggrava: dopo aver assunto un’autorità al di sopra dei poteri dello Stato, ora la Costituente si prepara a lanciare una ‘Commissione della verità’, creata per punire i dirigenti oppositori accusati di “istigare la violenza fascista”.
Procediamo con ordine. A denunciare “l’interruzione dell’ordine democratico” sono Honduras (colpo di stato contro il legittimo governo di Zalaya), Paraguay (colpo di stato contro il legittimo governo di Lago), Brasile (colpo di stato contro il legittimo governo Rousseff), Colombia (ambientalisti, sindacalisti e attivisti uccisi all’ordine del giorno; 220 mila morti almeno e 6 milioni di colombiani fuggiti in Venezuela in seguito alla guerra civile interna); Messico (43 famiglie cercano ancora giustizia per i loro giovani figli martoriati e seviziati per il crimine più odioso della storia recente; ambientalisti, sindacalisti, giornalisti e attivisti morti all’ordine del giorno); Argentina (della prigioniera politica Milagro Sala, del primo desaparecido Santiago Maldonado e della brutale repressione contro ogni forma di dissenso della polizia di Macri); il Cile (della brutale repressione contro gli studenti che rivendicano il diritto allo studio pubblico, che in Venezuela è già garantito), Guatemala (indice Gini tra i peggiori al mondo).

Questi governi hanno firmato a Lima una dichiarazione d’ingerenza contro il Venezuela. A Lima, Perù, il cui presidente si è autodefinito recentemente un “cane fedele degli Stati Uniti”. Stati Uniti che abbiamo chiaramente lasciato per ultimi. Vi riportiamo solo una cifra che vi dovrebbe far riflettere. Lo riporta Avvenire, citando il Washington Post. Dal 2015 alla fine del 2017 la polizia nord-americana avrà ucciso tre mila persone. TRE MILA PERSONE. TRE MILA PERSONE. Lo ripetiamo perché forse non è chiaro di che tipo di regime stiamo parlando, e stiamo tralasciando tutto quello che Chomsky ha giustamente definito “terrorismo” in relazione alle barbarie in politica estera negli ultimi dieci anni.

Sono questi paesi che attentano l’indipendenza e la sovranità del Venezuela. Se solo avessimo una stampa libera in Italia ve lo direbbero.

Ma proseguiamo con le note dolenti. Proseguiamo con l’Ansa. Il summit dell’Alba viene, al contrario, bollato come “un pugno di piccole nazioni dei Caraibi” con tutto quel neo-colonialismo insito della cultura europea che ha ben descritto la Prof. Riccio in quest’intervista.

Al giornalista dell’Ansa, che non firma il pezzo, segnaliamo che oltre all’Alba ci sono 57 paesi all’ONU – 57 paesi all’Onu – che si sono espressi a favore della pace, del dialogo, della Costituente e della non ingerenza. Li pubblichiamo qui sotto.

Russia, Cina, India, Sud Africa, Iran, Vietnam, Algeria, Egitto, Giordania, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Irak, Libano, Libia, Angola, Etiopia, Palestina, Qatar, Bielorussia, Arabia Saudita, Azerbaigian, Siria, Ecuador, Bolivia, Cuba, Nicaragua, San Vicente y las Granadinas, San Cristóbal y Nieves, Dominica, Bahrein, Isole di Comore, Gibuti, Somalia, Sudan, Tunisia, Yemen, Repubblica Democratica Popolare di Corea, Eritrea, Namibia, Laos, Filippine, Sudan del Sud, Repubblica del Congo, Burundi, Zimbawe, Myanmar, Timor Est, Tagikistan, Oman, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Guinea Ecuatoriale, Mauritania, Mozambico, Togo, Venezuela.

A parte il golpista Temer ci sono tutti i Brics e i paesi fondanti e di riferimento del MNOAL (presidenza proprio del governo di Caracas). “Un pugno di piccole Nazioni”?

C’è ancora chi crede che il mondo siano gli Stati Uniti.

C’è ancora qualcuno che crede che il mondo sia l’Unione Europea.

C’è ancora chi non si è accorto che ai diktat occidentale non risponde più nessuno.

Tra il “chi” mettete tutta la povera stampa italiana, compreso il giornalista dell’Ansa.

*****

P.s. Leggete la conclusione del pezzo dell’Ansa, poi rileggete attentamente la nostra introduzione e avrete tutte le risposte. A quando una Commissione della Verità sulla propaganda mediatica occidentale, responsabile della distruzione di interi paesi e milioni tra morti e profughi?

P.s. 2
Riproponiamo qui per intero il testo della risoluzione tradotta da cambiailmondo dei 57 paesi all’Onu perché l’Ansa possa finalmente riportarla.

1. Riconosciamo l’imperativo di tutti gli stati a rispettare la sovranità della Repubblica Bolivariana del Venezuela in conformità con i principi di non interferenza nelle questioni interne stabilite dalla Carta delle Nazioni Unite.

2. Consideriamo che è al popolo venezuelano che compete, in via esclusiva, determinare il suo futuro senza ingerenze esterne.

3. Appoggiamo il Governo Costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela nel suo intento di preservare la pace e mantenere il carattere istituzionale democratico nel paese, così come la sua determinazione a garantire la piena osservanza dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Venezuela.

4. Sosteniamo la reiterata chiamata che ha fatto il Presidente Nicolas Maduro al dialogo politico tra i diversi settori attivi in Venezuela, con il proposito di preservare la pace e garantire la stabilità delle istituzioni democratiche del paese.

5. Celebriamo gli encomiabili sforzi realizzati a favore del dialogo politico e della pace dall’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) e dagli ex presidenti José Luis Rodríguez Zapatero, ex presidente spagnolo; Martín Torrijos, di Panama y Leonel Fernández, della República Dominicana, insieme all’Inviato Speciale della Santa Sede.

6. Appoggiamo, allo stesso tempo, il coinvolgimento dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi a sostegno del dialogo politico in Venezuela, in particolare, di: El Salvador, Nicaragua, Repubblica Dominicana, Uruguay e degli Stati membri del CARICOM.

7. Condanniamo qualsiasi azioni che perturbi la pace, la tranquillità e la stabilità democratica, che mini la istituzionalità democratica della Repubblica Bolivariana del Venezuela e che metta in discussione la sua sovranità.

8. Consideriamo che la comunità internazionale deve sostenere le possibilità di offrire aiuti tecnici prendendo a riferimento le richieste del Paese in oggetto, per affrontare le sfide dei diritti umani nel paese.

Fonte

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