27/04/2018
Vertice tra le due Coree. Sta cambiando la mappa del mondo nel XXI Secolo?
Vertice storico oggi tra le due Coree. Cominciato dopo una stretta di mano altamente simbolica sulla Linea di demarcazione militare coreana, è proseguito con circa due ore di colloquio tra i leader dei due paesi Kim Jong Un e Moon Jae-in.
Kim Jon Un si è detto “sopraffatto dall’emozione” dopo aver varcato la linea di demarcazione, diventando in questo modo il primo leader nordcoreano a camminare in territorio sudcoreano dalla guerra di Corea (1950-53).
I due leader hanno brevemente camminato a braccetto nel versante nordcoreano della frontiera, prima di raggiungere a piedi la Casa della Pace, struttura in vetro e cemento situata nella parte meridionale del villaggio di Panmunjom, dove fu firmato l’armistizio nel 1953.
Le due Coree cercheranno d’instaurare un “regime” di pace per porre termine alla Guerra di Corea, afferma la dichiarazione comune firmata oggi a Panmunjom. In essa si esprime anche l’impegno a favore di una denuclearizzazione della penisola coreana e l’impegno a organizzare una riunione delle famiglie divise nei due versanti della Corea.
Nella dichiarazione è anche precisato che il presidente della Corea del Sud Moon Jae In si recherà quest’anno a Pyongyang.
Il vertice di oggi è la continuità del processo di distensione tra le due Coree da quando Kim Jong Un il 1 gennaio aveva sorpreso tutti annunciando che la Corea del Nord avrebbe partecipato ai Giochi olimpici invernali organizzati dalla Corea del Sud.
Questo vertice avviene anche in previsione dell’incontro tra Kim Jong Un e il presidente americano Donald Trump in cui, secondo l’agenzia nordcoreana Kcna, “Kim Jong Un discuterà in tutta franchezza di tutti i problemi incontrati per migliorare le relazioni intercoreane e arrivare alla pace, alla prosperità e alla riunificazione”.
Quello di oggi è il terzo vertice bilaterale tra i leader della Corea del Nord e della Corea del Sud. Il primo fu nel 2000 ed ebbe luogo a Pyongyang. A capo della Corea del Nord era Kim Jong Il, padre dell’attuale leader Kim Jong Un e figlio del fondatore della Repubblica democratica popolare di Corea Kim Il Sung. Il secondo è stato nel 2007, sempre a Pyongyang, tra Kim Jong Il e il presidente della Corea del Sud Roh Moo-hyun.
La Cina salutato positivamente il summit di oggi tra le due Coree, definendo la stretta di mano tra il presidente sudcoreano Moon Jae-in e il leader nordcoreano Kim Jong Un lungo la linea di demarcazione militare che divide le due Coree “un momento storico”. Anche la Casa Bianca sembra aver fatto buon viso a cattivo gioco.
“Noi applaudiamo il passo storico tra i leader coreani e apprezziamo la loro decisione politica e il loro coraggio”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying.
Sullo sfondo si staglia l’ipotesi storica, perseguita e osteggiata, di riunificazione delle due Coree. Ne verrebbe fuori un paese di 75 milioni di abitanti (25 al Nord, 51 al Sud). Il Nord porterebbe in dote una manodopera a basso costo istruita e quasi illimitata, una ricerca sul nucleare a uno stadio avanzato, pronta a essere riconvertita per uso civile. Il Sud, dal canto suo, porterebbe capitali e struttura produttiva avanzata da impiegare per costruire strade, aeroporti, edifici civili, infrastrutture industriali, una nuova rete elettrica. Secondo una ricerca del 2009 della Goldman Sachs questo “fenomeno” potrebbe avere tra trent’anni un Pil di seimila miliardi di euro, diventando la quarta o quinta potenza economica mondiale, con relazioni commerciali già consolidate in tutto il mondo e la capacità militare di difendersi da sola. Una prospettiva che non piace affatto agli Stati Uniti.
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