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29/04/2018

Quasi 3500 morti sul lavoro all’anno nella Ue, più di un terzo in Italia

Un dossier dell’Eurostat ha reso noti i dati sugli incidenti mortali sul lavoro nell’Unione europea. Nel 2015, si legge nel rapporto, gli incidenti fatali sul lavoro sono stati 3.497, di questi ben 1247 sono avvenuti nel nostro paese, più di un terzo. L’Italia supera la media Ue con oltre 3 morti ogni 100mila lavoratori contro la media Ue di 2,4 morti sul lavoro su 100mila. Il 2015 è stato un anno in cui in Italia si è assistito ad un brusco aumento delle morti sul lavoro rispetto all’anno precedente.

A rendere ancora più pesante la situazione c’è il fatto che le statistiche dell’INAIL non tengono conto, ad esempio, dei lavoratori assicurati con altri istituti, delle partite IVA individuali e, ovviamente, dell’economia sommersa, che soprattutto nell’edilizia e in agricoltura rappresenta un fenomeno non certo marginale.

Nella desolante classifica, il tasso stabilizzato di infortuni mortali è più basso in Norvegia (0,8 su 100mila lavoratori), Svezia (1,2), Germania (1,3), Danimarca (1,4), Cipro (1,5) e Gran Bretagna (1,6); mentre la maglia nera va a Romania (7,5), seguita da Portogallo (4,6), Lussemburgo (4,4), Bulgaria e Lituania (4,3 ciascuno).

Secondo le statistiche europee sugli infortuni sul lavoro (ESAW), spiega Eurostat, “incidenti mortali” sono definiti come quelli che portano alla morte della vittima entro un anno dopo che l’incidente ha avuto luogo. In termini più generali, un infortunio sul lavoro è definito come un evento nel corso del lavoro, che causa un danno fisico o mentale della persona interessata.

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