Nella serata di ieri un attacco aereo ha colpito diverse base
militari siriane tra le province di Aleppo e Hama. A due settimane dal
raid aereo congiunto di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, il governo
di Damasco ha denunciato ieri una nuova aggressione esterna, missili
“nemici” come riporta la tv di Stato.
L’attacco è avvenuto ieri sera alle 22.30 ora locale, numerose
esplosioni si sono sentite nelle zone rurali delle due province.
Diverse le versioni che da ieri vengono date così come diversa è la
conta degli eventuali feriti. Secondo l’Osservatorio Siriano
per i diritti umani, organizzazione basata a Londra e legata alle
opposizioni al presidente Assad, in almeno due delle basi colpite
sarebbero stati presenti soldati iraniani, nella città di Salhab, a
ovest di Hama. Colpite anche basi governative intorno all’aeroporto di
Aleppo.
L’agenzia russa Sputnik, citando fonti militari siriane,
indica nel deposito di armamenti della 47esima Brigata dell’esercito
siriano il target: le esplosioni, scrive, hanno provocato un incendio.
Il quotidiano Tishreen invece identifica i presunti
responsabili nella “coalizione” a guida Trump, ovvero Usa e Gran
Bretagna: i missili, aggiunge, sarebbero partiti da una base giordana.
Ma le voci più insistenti parlano di un nuovo attacco da parte
israeliana, dopo le ripetute incursioni e i ripetuti raid degli
ultimi anni, intensificati subito prima dell’operazione statunitense su
Damasco (pochi giorni prima jet israeliani hanno bombardato la base T4 a
Homs, uccidendo sette soldati, di cui almeno quattro erano consiglieri
militari iraniani).
Più di una fonte cita a riprova della responsabilità
israeliana le dichiarazioni di ieri mattina del ministro della Difesa di
Tel Aviv Avigdor Lieberman: “Non abbiamo intenzione di
attaccare la Russia o di interferire nelle questioni interne siriane –
ha detto durante la conferenza annuale del Jerusalem Post – ma se
qualcuno pensa che sia possibile lanciare missili o attaccare Israele o
anche la nostra aviazione, senza dubbio risponderemo e risponderemo con
grande forza”.
Il chiaro riferimento è all’Iran, contro cui Tel Aviv imbastisce da
anni una campagna diplomatica e militare che sta trovando in questi mesi
il sostegno della nuova amministrazione statunitense, oltre a quello
dell’Arabia Saudita. Sebbene Teheran non abbia mai attaccato il suolo
israeliano o compiuto operazioni contro gli alleati Usa nella regione,
la narrazione rimane la stessa e si radica nelle politiche mediorientali
della presidenza Trump, farcita di falchi anti-iraniani e ora diretta a
smantellare l’accordo sul nucleare siglato con il 5+1 nell’estate 2015.
Alta tensione anche a nord est, a Deir Ezzor, dove ieri scontri
significativi sono esplosi tra le Forze Democratiche Siriane
(federazione multietnica e multiconfessionale, guidata dalle Ypg curde è
sostenuta dagli Stati Uniti) e truppe governative. Le Sdf hanno
cacciato da quattro villaggi i soldati siriani che li avevano ripresi
per alcune ore nella giornata di ieri.
Secondo fonti delle Sdf, a
fermare l’avanzata governativa è stata la coalizione statunitense attraverso
non meglio precisati “canali di de-escalation”. Non è chiaro dunque se i
jet statunitensi o i Marines a terra abbiano preso parte a scontri
diretti con l’esercito siriano, una possibilità che metterebbe gli Usa
in prima linea contro il principale alleato della Russia.
AGGIORNAMENTO ore 14.45 – Colpiti depositi di armi. Morti degli iraniani, Teheran smentisce
Secondo le informazioni che arrivano dalla Siria, l’attacco
missilistico notturno su basi militari ad Aleppo e Hama ha avuto come
target alcuni depositi di armi, tra cui nuovi missili terra-terra che
l’Iran stava installando nel paese. L’esplosione avrebbe provocato un
terremoto di 2,6 gradi di magnitudo.
Ci sarebbero delle vittime, alcuni combattenti pro-governativi tra
cui – dicono alcune fonti – degli iraniani. Ma da Teheran giunge la
smentita: sono “prive di fondamento”, dicono fonti citate dall’agenzia Tasmin, le notizie che parlano dell’uccisione di combattenti iraniani nell’attacco della scorsa notte.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento