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22/04/2018

Nicaragua: Que se rinda tu madre

Il 18 di aprile Daniel Ortega ha unilateralmente approvato la nuova riforma sulla previdenza sociale (Instituto Nacional Seguridad Social). La riforma prevede un alzamento delle imposte sul reddito dei lavoratori dipendenti, delle imprese e dei pensionati. Il giorno dopo gli studenti universitari e la società civile tutta si sono riuniti per protestare in forma pacifica contro questi provvedimenti in varie città del paese. Ortega, che non rilascia dichiarazioni in una conferenza stampa dal 2007, ha risposto ai manifestanti dando l’ordine alla Joventud Sandinista e ai dipendenti pubblici di scendere in piazza per contromanifestare a favore della nuova riforma INSS, oltre a censurare i mezzi di comunicazione non allineati. Tutto questo non sembrerebbe giustificare i morti e le città in fiamme di questi primi tre giorni di protesta, se non fosse che, la Joventud Sandinista, rappresentata dai giovani del FSLN, quando scende in piazza e si organizza in turbas motorizada – ronde in motocicletta –, attacca indiscriminatamente giornalisti, anziani e donne della parte opposta.



E’ stata eclatante, e ha fatto il giro sui social, l’aggressione ai danni di un pensionato per le strade di Leon. Questo fatto è stato uno dei motivi per il quale gli studenti, sebbene la riforma INSS non li colpisca direttamente, sono scesi in piazza in difesa de mis viejos – della mia famiglia –, come dicono. Rispondono alla violenza con la violenza. La Policia nacional non fa niente per evitare il contatto tra i due gruppi – se ne sta ferma agli angoli delle strade fino all’intervento degli antimotin (antismommossa) – sebbene siano ben riconoscibili.

I primi, la JS, indossano magliette bianche e caschi integrali, si muovono in piccoli gruppi e sventolano la bandiera rosso-nera del FSLN, mentre i secondi quella nazionale del Nicaragua a strisce bianco-celesti.

A differenza dei pubblici deliri della Vicepresidente Rosario Murillo, che vede le cose esattamente al contrario di come le ho descritte, i nicaraguensi si sono uniti sotto la bandiera nazionale e non c’è nessun partito che li manovra né alcun leader al comando.

L’età media del Nicaragua è di 22 anni.

A 59 anni dal masacre estudiantil, avvenuto a Leon da parte della Guardia Nacional del dittatore Somoza nei confronti di 4 studenti della Universidad Nacional Autonoma de Nicaragua (UNAN) – solo oggi – 21 aprile – si contano in tutto il paese 7 morti e centinaia di feriti. Inoltre il CUUN di Leon – Centro Universitario de la Universidad Nacional – è stato dato alla fiamme dagli studenti universitari che accusano la dirigenza stessa di appoggiare la riforma impopolare INSS.


A Managua son stati dati alle fiamme anche vari alberi della vita – infrastrutture in ferro a forma di albero alte 25m, dal costo di 20.000 dollari ciascuno – il simbolo del governo Ortega-Murillo.

La piazza grida: “Daniel, Somoza son las mismas cosas” e a meno che lo stesso Ortega non faccia un passo indietro e si metta a sedere a un tavolo con le parti per rinegoziare la riforma, i morti, da una parte o dall’altra, sono destinati ad aumentare.

Per Senza Soste: Rigoberto López Pérez

Nota di redazione: alcune immagini degli esiti degli scontri erano davvero troppo cruente e abbiamo preferito non caricarle, al momento si registrano 10 morti nelle proteste

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