Intanto sono state avviate due distinte indagini – ha fatto sapere il Procuratore della Repubblica di Foggia Vaccaro – una riguarda l’incidente stradale, per capire la dinamica e tutto ciò che può averlo causato, anche se c’è da dire che in entrambi i casi sono morti i due autisti dei pullmini sui quali erano stipati i poveri migranti. L’altra indagine è stata avviata sul caporalato.
Sulle iniziative del governo e lo sciopero di oggi nella piana del foggiano, rendiamo noto il comunicato emesso dall’Unione Sindacale di Base:
Ci sono voluti 16 braccianti morti in 48 ore perché il governo decidesse di muoversi: il presidente del Consiglio in visita a Foggia – se fosse un parlamentare eletto si potrebbe dire che è attento al suo collegio – Salvini pure, ma con la divisa da sceriffo a presiedere il Comitato per l’ordine e la sicurezza.Fonte
Di Maio invece lancia un concorso straordinario per l’assunzione di ispettori del Lavoro. L’aveva già annunciato proprio all’Unione Sindacale di Base nell’incontro del 4 luglio scorso, convocato dopo l’assassinio di Soumaila Sacko a San Ferdinando.
Allora aveva anche promesso un tavolo interministeriale sul lavoro agricolo, coinvolgendo i ministeri dell’Agricoltura, delle Infrastrutture e del Sud. A oggi, ed è passato più di un mese, non ci sono notizie né del tavolo interministeriale, né del concorso. Nulla si sa neanche dell’iniziativa tesa a subordinare l’accesso ai contributi europei al rispetto da parte delle aziende dei diritti dei lavoratori.
La verità è che si vuole fare del lavoro agricolo un puro e semplice tema di ordine pubblico: ci sono i cattivi caporali che sfruttano i poveri immigrati clandestini. Eliminando l’immigrazione e i caporali, il problema è risolto.
Invece no, come USB ripete da anni e ribadirà il 22 settembre proprio a Foggia: il bracciante sfruttato, schiavizzato, costretto a vivere in condizioni disumane, lo è soprattutto perché esiste una filiera con al vertice la Grande Distribuzione Organizzata, che fa e disfa prezzi e quote di mercato, obbligando un intero settore a vivere di spiccioli. Ai braccianti, gli stessi braccianti che proprio in queste terre Giuseppe Di Vittorio aveva cominciato a organizzare sindacalmente, sono destinati gli spicci degli spiccioli. E con quelli devono arrangiarsi. I caporali – che, sia detto chiaramente, vanno stroncati – diventano un fenomeno quasi marginale, un bersaglio facile.
L’obiettivo della nostra battaglia rimane la conquista dei contratti, dei diritti e della dignità per tutti i braccianti che lavorano nelle campagne italiane. Per raggiungerlo si combattano sì i caporali, ma più che i pattuglioni e i posti di blocco potranno i provvedimenti legislativi e amministrativi che riportino trasparenza e normalità in un settore ostaggio della Grande Distribuzione.
Questo ricorderemo durante la marcia dei berretti rossi che partirà mercoledì mattina – giorno di sciopero dei braccianti – alle 8 dall’ex ghetto di Rignano, destinazione prefettura di Foggia. Questo scriveremo nelle nostre proposte per l’intero settore agricolo, che presenteremo il 22 settembre.
Nell’attesa, il nostro compito è stare tra i lavoratori e fornire loro assistenza, come sta facendo in queste ore l’Ufficio legale nazionale di USB con le vittime dei due incidenti e i loro familiari.
Nessun commento:
Posta un commento