Unico Paese in Europa, il Portogallo ha affrontato e sta affrontando la pandemia in modo egregio, registrando dati di diffusione del contagio molto bassi, nonostante una popolazione molto anziana (con il 22% di over 65) e un sistema sanitario tra i peggiori d’Europa (con 4 letti di terapia intensiva ogni 100 abitanti ad esempio, quando la Germania ne ha 30!).
Su una popolazione di 10,3 milioni, la diffusione del virus è arrivata in ritardo in Portogallo, registrando i primi casi solo il 2 marzo, ma il governo socialista di Costa è stato pronto a reagire tempestivamente e facendo memoria dell’esperienza di altri Paesi, che sono invece intervenuti con estremo ritardo: le scuole sono state chiuse il 4 marzo, quando i casi erano appena 245 (la Spagna ha aspettato che i casi superassero quota 2100, l’Italia 2500); il lockdown è stato dichiarato quasi subito (il 18 marzo), quando i casi erano poco meno di 500 (la Spagna lo ha dichiarato quando i casi erano già 5000, l’Italia quando i contagiati accertati erano già 9000!); la popolazione ha assunto con responsabilità lo stare a casa, uscendo in media una volta a settimana, solo per motivi di vera necessità.
La polizia è stata incaricata della distribuzione di beni alimentari, non come in Italia, dove le forze dell’ordine sono impiegate per multare passanti o controllare gli spostamenti.
I migranti sono stati tutti regolarizzati fino a luglio per poter accedere al sistema sanitario e per godere dei diritti minimi per la tutela della propria salute, la pressione delle carceri è stata fin da subito allentata, limitando così il contagio tra i detenuti.
Le fabbriche sono rimaste aperte, è vero, e infatti il 60% dei contagi è stato registrato a Porto, che è anche la zona più industrializzata del Paese, ma a quasi 2 mesi dal lockdown, il Portogallo registra poco più di 20.000 casi e meno di 1000 morti e, al contrario di quanto accade in Italia, il premier socialista Costa ha ben chiaro che ancora non è finita e che una fase 2 di riapertura potrebbe essere rimandata “Se lo facessimo”, ha dichiarato Costa, “il rischio di contaminazione crescerebbe. I politici devono prendersi cura della popolazione, non far sì che i loro desideri prevalgano sulle raccomandazioni degli scienziati”.
Con un economia fragile come quella portoghese, la gestione della crisi post-pandemia sarà drammatica, ma per ora, la gestione della crisi da parte dello Governo si è dimostrata all’altezza della situazione. A chi dice che in Portogallo il Covid non è arrivato “perché l’aria è buona”, sarebbe da risponde che si, magari la temperatura mite del Paese può anche influenzare la diffusione del virus, ma le scelte politiche di come è stata gestita la crisi, nei modi, nei tempi e nelle scelte politiche attuate in modo risoluto, hanno sicuramente fatto del Portogallo, oltre che unico paese a guida socialista d’Europa, l’unico Paese del continente in grado di reggere l’urto di questa pandemia.
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