Un migliaio di persone è sceso lunedì in piazza a Vladikavkaz, capitale della Repubblica autonoma russa dell’Ossetija del Nord, per chiedere provvedimenti a sostegno di coloro che hanno perso il lavoro a causa del regime di auto-isolamento, decretato per l’epidemia di coronavirus. Alla data del 20 aprile, nella Repubblica erano registrati 177 contagi e 2 vittime.
I manifestanti, riunitisi nella piazza antistante il palazzo del governo, chiedevano anche maggiori informazioni sulle misure adottate contro l’epidemia. Il presidente repubblicano, Vjačeslav Bitarov, uscito dal palazzo, è stato fischiato e gli è stato contestato che il birrificio di sua proprietà continui l’attività, nonostante la maggior parte delle imprese siano chiuse. A Bitarov non è rimasto altro che ritirarsi dalla piazza, coperto da urla di “dimissioni”.
A fine meeting, riporta Kavkazkij Uzel, reparti della Guardia nazionale e dei OMON (la “celere” russa) intervenuti a disperdere gli ultimi manifestanti, sono stati accolti a sassate: una decina di persone sono state fermate.
La manifestazione era stata indetta anche per chiedere la liberazione del baritono e attivista Vadim Čel’diev, che si definisce “cittadino dell’URSS”, accusato di “diffusione di informazioni chiaramente false su circostanze che costituiscono una minaccia alla vita e alla sicurezza dei cittadini”. Čel’diev nega infatti l’esistenza del coronavirus e sostiene che i poteri repubblicani “operano per esacerbare artificialmente la situazione, per depredare il popolo”.
Nella serata di lunedì non tutti i manifestanti avevano lasciato la piazza, non convinti della promessa del governo di liberare le persone fermate.
Commentando le proteste di Vladikavkaz, Dmitrij Novikov, uno dei vice-presidenti del CC del KPRF, sostiene che le misure adottate dal governo nord-ossetino – più o meno le stesse di tutta la Russia: “rimanete a casa” – sono “chiaramente insufficienti” e non costituiscono una “garanzia per le persone di sentirsi sicure per il futuro. Al contrario, molti, hanno perso il lavoro nel giro di un giorno e non sanno come nutrire i propri figli. Questa è la conseguenza generale di una situazione in cui la maggioranza dei russi arriva a malapena al giorno dello stipendio e non dispone di risparmi. Oggi, a Vladikavkaz, abbiamo visto i risultati di tale disagio socio-economico”, ha detto Novikov.
Il quale ha ricordato che il KPRF ha da tempo “avvertito che i fondi stanziati dal governo sono estremamente insufficienti per sostenere i cittadini bisognosi, tantomeno nelle condizioni imposte da gravi misure restrittive. Il governo disporrebbe delle riserve necessarie, ma non ha fretta di aiutare le persone. La morsa del neoliberismo continua a strangolare il paese. L’impoverimento delle masse porta inevitabilmente a proteste spontanee: quello verificatosi in Ossetija del Nord è il primo scoppio di indignazione popolare; se non se ne traggono presto le conclusioni, manifestazioni simili possono estendersi ad altre regioni della Russia”. Ci si deve rendere conto che “la situazione non può essere corretta con l’impiego della polizia”.
Intervento del KPRF a parte, che sembra più orientato a fornire consigli al governo centrale, piuttosto che non a organizzare tali proteste spontanee, è il caso di ricordare che, appena la settimana scorsa, l’ennesimo sondaggio del Centro Levada aveva rilevato come il 38% dei russi consideri la politica condotta da Vladimir Putin volta alla salvaguardia degli interessi di oligarchi, banchieri e grossi imprenditori e il 37% la ritiene orientata verso gli apparati militari e di sicurezza. Alla domanda su quali forze basi la propria leadership Putin, il 46% risponde: sulle forze di sicurezza; il 37% sugli oligarchi e il 27% sulla burocrazia.
Secondo il sondaggio, continuano a calare i giudizi positivi sulla figura di Vladimir Putin: dal 47% del marzo 2015, al 42% dell’aprile 2017, al 32% dell’ottobre scorso, fino all’attuale 29%. D’altro canto, solo il 14% degli intervistati ritiene che al Presidente siano estranei gli interessi popolari e il 13% gli contesta legami col grosso capitale.
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