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20/04/2020

I terrapiattisti di Confindustria e Lega

Durante il processo per eresia, Galileo tentò invano di far osservare il cielo ai dotti al servizio dell’Inquisizione cattolica. Essi si rifiutarono fermamente di guardare lo spazio da quel piccolo strumento, perché, affermarono, la “teoria” – in realtà la narrazione presente nelle “sacre scritture” – era sufficiente a dimostrare che Galileo sbagliava.

Il metodo sperimentale dello scienziato, perseguitato dalla Chiesa, alla fine si affermò nella cultura e nella società, e per secoli la borghesia si è servita di esso per costruire la sua affermazione sociale e politica.

Ora invece nel capitalismo globalizzato, dominato dalla finanza, assistiamo ad una crescente divaricazione tra esperienza scientifica e mondo degli affari. Un mondo che ovviamente esige la totale sottomissione delle tecnologie ai propri interessi, ma rifiuta ogni scoperta che metta in discussione i tassi di profitto.

Il fatto più clamoroso è il cambiamento climatico, sperimentalmente dimostrato dagli scienziati e negato da Trump esplicitamente, dal capitalismo globale implicitamente, con il suo continuare nell’avvelenamento del pianeta.

E i negazionisti, come il presidente USA o quello brasiliano, a volte si avvalgono di cialtroni travestiti da studiosi, i quali, come i persecutori di Galileo, negano la realtà e costruiscono teorie sulla base della manipolazione delle teorie e dei dati.

In Italia, con l’epidemia del Covid-19, questi terrapiattisti per affari, dopo un momento di pausa si sono di nuovo scatenati, per sostenere che la chiusura delle fabbriche e delle attività economiche sia un danno più grave del contagio.

Il presidente designato della Confindustria, il finanziere bocconiano Bonomi, dopo aver chiesto soldi pubblici per le imprese private intimando al governo di non fare nuove IRI, dopo aver protestato contro il pregiudizio anti-industriale rinato nel paese, dopo aver preteso la riapertura di tutte le fabbriche, se l’è presa con gli “esperti”.

Una volta la Confindustria li esaltava, ora invece li accantona ed esalta il ruolo dei politici, che dovrebbero decidere a prescindere da essi.

Naturalmente gli esperti di Borsa, finanza, mercati sono sempre ben accetti, quelli che invece proprio non piacciono sono gli scienziati della natura ed i medici. Questi dovrebbero stare al posto loro, non fare come Walter Ricciardi che afferma che in Lombardia e Piemonte non si possa passare alla Fase 2, perché si è ancora in piena Fase 1.

Così Salvini ha subito chiesto il licenziamento di questo consulente del governo, che ha tra l’altro il torto di far parte di quella Organizzazione Mondiale della Sanità, cui Trump ha tagliato i fondi. Con l’accusa, mossa assieme a Macron e ai terrapiattisti della CIA, di aver nascosto i misfatti della Cina, compresa la mirabilante produzione in laboratorio del virus.

Da noi invece si usano le inefficienze e i colpevoli ritardi delle autorità nel comprare-fare tamponi e registrare i morti, con la conseguente scarsa credibilità dei numeri ufficiali, per produrre manipolazioni statistiche che hanno tutte lo stesso scopo: sostenere le richieste della Confindustria.

Eppure un solo dato, seppure parziale e sottostimato, basterebbe per istruire una vera analisi della realtà. Il Belgio è considerato il paese europeo nel quale il virus è sinora stato più letale, con circa 6.000 morti su 12 milioni di abitanti. In quel paese ora ci si interroga sulle ragioni della strage.

Ebbene nella Lombardia di Bonomi, Salvini, Fontana e Sala, i morti ufficiali sono oltre 12.000, su circa 10 milioni di residenti. Come si sa i medici, sulla base della propria esperienza e per questo “esperti”, affermano che i deceduti per il virus siano molti di più, almeno il doppio.

Ma anche con i soli numeri ufficiali il dato è sconvolgente, il peggiore nel mondo. Se in tutta Italia ci fosse la stessa percentuale – ripeto: sottostimata – di vittime della Lombardia noi avremmo già 70.000 morti di Covid.

Per fortuna non tutto il paese ha avuto la malasanità e la catastrofe organizzativa della sua regione più ricca, dove il blocco totale non c’è mai stato e migliaia di aziende, seguendo le indicazioni di Bonomi e della sua Assolombarda, hanno continuato a far lavorare ammassate centinaia di migliaia di persone, mentre i vigli urbani multavano per centinaia di euro chi consegnava le pizze.

La Lombardia dovrebbe essere considerata il modello negativo del Paese, altro che “farla ripartire”.

La sua catastrofe umanitaria dovrebbe essere al centro di ogni ricerca e indagine scientifica, di ogni analisi e scelta politica. Invece solo la magistratura, inevitabilmente, si muove per il massacro degli anziani. E state sicuri che tra breve ci saranno politici ed imprenditori che lamenteranno le “ingerenze” dei giudici.

Una classe politica compromessa con gli affari da trent’anni di liberismo, non riesce a mandare nell’inferno della loro ignoranza e malafede i Bonomi e tutti coloro che mettono i mali degli affari davanti a quelli della salute. E come nel Medio Evo il dominio della religione colpiva la sperimentazione scientifica, così oggi il dominio del mercato fa lo stesso.

Così rischiamo che, per colpa dei terrapiattisti di Confindustria e Lega, il contagio continui, anche se poi il potere cercherà di dimostrarci che stiamo tutti bene.

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